La presenza dell’Uomo ha cambiato letteralmente il complesso equilibrio della vita sul Pianeta. Come sarebbe la Terra senza esseri umani?
E, soprattutto, quali sarebbero gli effetti della repentina ed improvvisa eclissi del genere sapiens?
Silenzio totale
Sebbene sia un tema apocalittico e distopico abbondantemente abusato, il viaggio a l termine dell’umanità è un tema che difficilmente riusciamo a metabolizzare. Se l’Uomo scomparisse, e potessimo tornare per un momento sul nostro pianeta, la prima cosa che salterebbe “alle orecchie”, sarebbe l’infinito silenzio: l’intero globo terracqueo sarebbe nuovamente accolto da un suono naturale, dall’ assenza di rumori molesti. Senza attività umane, tutto il rumore di fondo prodotto dalle nostre innumerevoli attività cesserebbe di colpo: un eden ritrovato, almeno per le specie animali.
Che tornerebbero padroni di cielo, terra e mare, riconquistando gli spazi perduti o sacrificati dai Sapiens: in più il cielo sarebbe terso, sgombro dalla cappa perenne di smog che avvolge le metropoli, con meno polvere a depositarsi su edifici, mezzi, cose. Non ci sarebbe più acqua, tranne quella naturale: le tubature sarebbero saltate, spaccate dalle gelate invernali; senza elettricità nulla potrebbe accendersi, le centrali elettriche sarebbero vuote , simboli “arcaici” di un progresso ormai disperso e vuoto di senso.
Jumanji in città
La vegetazione si espanderebbe senza ostacolo, avvolgendo cavi, auto, metropolitane, grattacieli, con milioni di insetti a scorrazzare ovunque, ad invadere ogni interstizio, ogni antro, ogni anfratto. Gli animali sarebbero i padroni delle città, dai topi (in primis), alle volpi, piccoli felini, cani selvatici, lupi; e poi i grandi predatori, tigri, giaguari, leoni. Senza luci elettriche, si ritornerebbe avvolti dalla notte, al chiarore della Luna, col Sole a scaldare ed illuminare il ritmo del mondo. Numerosi sarebbero gli incendi, coi fulmini a squarciare la notte, le fiamme a lambire edifici e case, a bruciare sterpaglie, fino alla naturale consunzione, senza nessuno a gettar schiuma ed acqua per sopirli.
Le strutture in cemento durerebbero di più: le piante e le radici impiegherebbero una decina d’anni per spaccare le strutture, prender possesso delle case, con le strade che si deteriorerebbero così’ tanto da sembrare vetri rotti. Le strutture in metallo lentamente formerebbero ruggine, sgretolandosi e crollando al suolo; i ponti in cemento invece reggerebbero per secoli, con dighe ed argini ad erodersi, le coltivazioni sarebbero distrutte, gli animali d’allevamento costituirebbero facile pasto per i predatori.
Mille anni d’oblio
Tra mille anni, il mondo dei Sapiens sarebbe solo un vago ricordo: un cinema o un centro commerciale in rovina sarebbero lontane vestigia di un mondo defunto, come il Colosseo o le piramidi d’Egitto. La scomparsa degli esseri umani rivelerebbe che il mondo attuale non potrebbe sopravvivere senza di noi: vero che alcune cose rimarrebbero, ma la loro durata dipenderebbe unicamente dai materiali impiegati, dalla fortuna o dal clima del periodo.
Il mondo senza l’Uomo si rigenererebbe, tornando lentamente al suo stato primordiale: la nostra impronta sulla Terra lentamente svanirebbe, tornando alla polvere, dai cui sorgemmo (come specie) milleni orsono.