Un NO alla guerra deciso e forte: questo è quello che ha chiesto, anche, il Rettore dell’Università di San Marino. E lo ha fatto con un gesto molto particolare.
Parlare di libertà e come interpretarla non è sempre facile. Per questo il Rettore ha deciso di compiere questo gesto simbolico ma molto importante.
Il suo togliersi l’ermellino di dosso nel pieno del discorso: cosa ha significato?
Un gesto che ha un significato
Un gesto che ha sorpreso tutti ma che, al tempo stesso, ha lasciato di sasso poiché inaspettato. Il Rettore dell’Università di San Marino, con una frase potente ed efficace, ha chiesto il cessate il fuoco e la fine delle guerre in ogni parte del mondo. E lo ha fatto dai maxi schermi della sala Arengo del Centro Congressi Kursaal che ha ospitato l’inaugurazione dell’anno accademico.
Corrado Petrocelli, rettore dell’Università di San Marino, ha concentrato il suo discorso sulle guerre, ponendo però la sua attenzione specifica sul conflitto a Gaza. “Questo dovrebbe essere il simbolo dell’autorità accademica? Facciamo che questa inaugurazione accademica si svolge senza questo, per rispetto” – ha affermato, togliendosi, nel pieno del discorso di inaugurazione, l’ermellino di dosso che indossava.
Un gesto simbolico ma che è stato seguito da un lungo applauso. C’è stata, anche, una spiegazione a ciò: “Cosa cambia questo piccolo gesto di un piccolo rettore, di piccola università dentro un piccolo Stato? Niente, forse. Ma almeno ribadisce che questo è un luogo in cui ci si sforza di leggere, di interpretare la realtà, di essere liberi, di riflettere, di interrogarsi”.
Le parole toccanti del Rettore dell’Università di San Marino
Petrocelli, però, non si è fermato qui: “Dovrei come consuetudine avventurarmi in una impresa faticosa di riassumere il lavoro svolto, i risultati raggiunti e delineare le prospettive per il futuro. Oggi sinceramente non me la sento di cominciare così, ma gli eventi di questi ultimi mesi e ultimi giorni ci dimostrano che i focolai di guerra sono così numerosi che sarebbe difficile citarli tutti, per non parlare delle guerre pregresse e magari dimenticate, come quella di Siria” – ha affermato.
Ma, come dicevamo all’inizio, la sua attenzione si è concentrata proprio sul conflitto in Terra Santa: “La vicenda israelo-palestinese ha assunto numeri da catastrofe: abbiamo superato i 30mila morti, con il 70% di donne e bambini. Come se morisse un bambino ogni 10-15 minuti da quando c’è stato il massacro di Hamas il 7 ottobre” – ha concluso. Da qui, la sua decisione di togliersi l’ermellino, almeno in questa occasione.