Credit Suisse: gli Arabi dicono basta | É crollo verticale

E’ un crollo vertiginoso quello della Credit Suisse. La seconda banca svizzera e una delle più grandi in Europa perde in un colpo solo oltre il 20% in borsa. Nel frattempo l’azionista Saudi National Bank (Snb) ha detto che non fornirà ulteriore liquidità.

La Bce intanto sta chiedendo alle banche di tutta Europa di comunicare la loro esposizione nei confronti di Credit Suisse.

Credit Suisse banca svizzera
Facciata della Credit Suisse – foto ANSA –

E’ ormai l’ottava seduta consecutiva di vendita su Credit Suisse. La banca sta subendo un vero e proprio crollo a Zurigo tornando a registrare minimi storici. Tempi duri, dunque, per gli istituti bancari dopo il fallimento di due banche statunitensi. L’onda emotiva ed il panico che, solitamente, si scatena in queste circostanze potrebbe trascinare a fondo le azioni della Credit Suisse. Per questo motivo, come riportato da alcuni organi di stampa che citano fonti, l’istituto di credito avrebbe chiesto alla banca centrale svizzera di manifestarle pubblicamente il proprio sostegno.

Cosa sta succedendo

Tentativo, questo, che servirebbe a placare l’emotività e l’insicurezza degli investitori cercando di porre un freno alle vendite evitando così ulteriori ribassi. Non ha di certo giovato l’annuncio della Snb, attraverso il proprio Presidente Ammar Al Khudairy, di non fornire altra liquidità alla banca. Ovviamente l’annuncio dovrebbe essere letto per quello che è: ci sarebbe, infatti, un impedimento statutario a non permettere l’inserimento di ulteriori capitali da parte della Snb. Quest’ultima, infatti, non può andare oltre il 10% delle quote.

Ma dalle dichiarazioni di Al Khudairy si evince che oltre ad impedimenti statutari c’è anche la convinzione che la banca svizzera sia solida e non abbia bisogno di liquidità ulteriore. Il Presidente della Snb, infatti, si dichiara soddisfatto del piano di ristrutturazione approvato dalla banca.

Perché crolla la Credit Suisse

Naturalmente il fallimento delle due banche statunitensi, tra cui la Silicon Valley Bank, non hanno nulla a che vedere con la crisi della Credit Suisse. Gli eventi non sono in nessun modo collegati tra di loro. A far crollare le azioni in borsa dell’Istituto svizzero sono state indiscrezioni su delle debolezze di bilancio. A questo si aggiunga il fatto che la banca era da anni sotto pressione in borsa.

Alla presentazione, di inizio anno, dei dati relativi al 2022 gli investitori hanno potuto registrare perdite finanziarie che si sono rivelate essere le più gravi dal 2008 ad oggi.

Grafici al PC andamento borsa
grafici al PC che seguono l’andamento di titoli in borsa – foto ANSA –

Intanto è opportuno ricordare che la Credit Suisse ha dovuto presentare un piano di ristrutturazione. Questo proprio a fronte degli ultimi anni di una gestione non proprio sana. In questi ultimi anni l’istituto di credito è stato protagonista di scandali finanziari di cui ha pagato un caro prezzo.

Nel marzo 2021 la banca subisce perdite miliardarie a seguito del crollo di Greensill Capital e Archegos Capital Management. Ad ottobre 2021 la banca è travolta dallo scandalo di corruzione in Mozambico dove in pratica finanziava società statali che, però, distribuivano tangenti a pioggia. Questo costò alla Credit Suisse 475 milioni di dollari a seguito di una multa. E sono ancora altri gli eventi che hanno portato la banca a dover presentare un piano di ristrutturazione. Ecco che gli investitori hanno iniziato a perdere fiducia nella tenuta della banca e da qui le sessioni di vendita che stanno portando giù le azioni.

 

 

 

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