San Marino: I miracoli della Madonna e la Chiesa dei Servi di Maria

A Valdragone, nella Repubblica di San Marino c’è il Convento dei Servi di Maria. Una chiesa dalla storia molto particolare legata ad una serie di eventi miracolosi accaduti ad un frate assai devoto.

Fra’ Paolo Spannocchi, proveniente da Siena, salì nel 1442 sul monte Titano per ringraziare i cittadini ed i fedeli della loro precedente accoglienza e cordialità, portando con se un prezioso dono.

Chiesa dei Servi di Maria
La Chiesa dei Servi di Maria a Valdragone

Sono tante le storie legate a questo luogo di grazia. Noi vi raccontiamo quella vera raccolta da iscrizioni e documenti ufficiali. Tutti tratti dagli Archivi di Stato e dagli Annuali dell’Ordine dei Servi di Maria. Questo grazie al contributo di padre Honorio Martìn Sànchez vicario conventuale.

La storia del Convento dei Servi di Maria

In molti attribuiscono l’edificazione del complesso ad un lascito del sammarinese Paolino Combattuti molto devoto e legato all’ordine dei Servi di Maria per le opere del beato Andrea Dotti il quale si era ritirato in penitenza in un’aspra grotta sugli Appennini. Paolino estremamente toccato dall’operato di questo e dei suoi confratelli religiosi, non avendo eredi, decise di redigere testamento prima della sua morte. Il documento, datato 1348, è effettivamente presente negli Archivi di Stato della Repubblica di San Marino.

Consultandolo si evince però che il contenuto non riconduce al cenobio. Combattuti lasciò infatti “Omnia, sua bona mobilia et immobilia al Consiglio dei Sessanta di San Marino sub hac condizione et pacto che costruisse nei di lui stabili esistenti in Città – quindi non in Valdragone – un monastero con la chiesa dell’Ordine dei Servi di Maria, i quali dovessero cantar la Messa tutti i giorni e dire il divino ufficio pro-anima sua e suorum parenti e quindi si dasse ai religiosi tutto il suo potere, terre e possessioni, per il loro sostentamento”.

Alla dipartita del generoso benefattore le cose purtroppo non andarono proprio come da lui indicato. La chiesa ed il monastero si ridussero ad una cappella all’interno della chiesa maggiore della Repubblica e ad una celebrazione annuale. Tutto questo lo si trova nella “Preziosa Memoria” redatta nel 1902 da padre Bruschi. Il frate scrive ancora “seguitando così le cose per circa un secolo, avvenne che dopo un certo tempo la Repubblica fu visitata da diverse calamità”.

A tal proposito conclude: “Io non voglio e non sta a me pronunziare alcun giudizio, ma solo dico, ed è il fatto, che fu trascurata la coscienziosa esecuzione dell’ultima volontà del defunto Combattuti, la cui osservanza deve essere sacrosanta, quindi niente di più facile che Dio per farne giustizia visitasse la Repubblica con i suoi flagelli”. Il cenobio di Valdragone fu in realtà realizzato poco prima del 1476. Anno in cui, il suo primo priore, Fra’ Agostino da Venezia originario della Dalmazia, lo fece restaurare dopo un violento incendio.

La Chiesa dei Servi di Maria

La chiesa, eretta insieme al convento, si presenta, oggi, con una facciata e un portico coperto tipicamente romanici, in pietra e cotto. Al suo interno, nell’abside è visibile, ben conservato, un crocifisso risalente al XV secolo. La pianta a navata unica presenta delle mini cappelle laterali nelle quali sono visibili cinque tavole tutte attribuite al pittore sammarinese Marino Medici. Queste raffigurano i Sette Santi Fondatori, San Filippo Benizi, San Pellegrino Laziosi, Santa Giuliana e Sant’Alessio e L’assunzione della Vergine Maria.

A metà dell’edificio, sulla destra, troviamo lo splendido polittico dell’Annunciazione opera della prima metà del Cinquecento attribuita alla bottega del maestro riminese Bartolomeo Coda. Ai lati di questo troviamo l’Arcangelo Gabriele a sinistra e la Vergine Maria a destra. Al centro, la Madonna con Bambino tra Santa Barbara e Santa Caterina. Questa tela, di scuola fiamminga, e realizzata a tempera, è l’oggetto della miracolosa devozione dei valdragonesi.

Definita anche la Madonna della Pera, il dipinto ritrae la Vergine Maria nell’atto di offrire una pera al bambino Gesù. Gesto che, nell’iconografia nord-europea, vuole simboleggiare l’amore di Dio per l’uomo. La decorazione del polittico è stata arricchita successivamente con molte dorature e intagli. Nella predella inferiore vi sono quattro scene della vita della Madonna e Santi.

Servi di Maria
Il polittico dell’Annunciazione

Il primo miracolo

Il racconto degli eventi miracolosi lo possiamo ricollegare a quanto poc’anzi riportato dalla “Preziosa Memoria” di padre Bruschi. Nel 1441 il Generale dei Servi di Maria, Pietro Nicola Ceccarelli, inviò da Siena a San Marino, fra’ Paolo Spanocchi. L’intento era portare la Parola di Dio, in tempo di Quaresima, in un territorio vessato da guerre ed altre calamità. Paolo era un uomo pio ed erudito ed entrò subito nel cuore dei sammarinesi tanto da riceverne in dono non solo l’amicizia e l’affetto ma anche la cittadinanza e l’invito per un suo pronto ritorno in Repubblica. E così fu.

Nell’anno seguente il frate fece ritorno portando con sé, come dono, quella preziosa tela oggi ancora visibile nel polittico dell’Annunciazione sopra descritto. Arrivato a Borgo Maggiore, fece una sosta per riposare ed appese il dipinto ad una pietra di un portico. Alzatosi per riprendere il suo cammino si levò improvvisamente un forte vento tanto che Paolo venne sballottato a destra e sinistra, quasi impossibilitato a rimanere in piedi. Provò ad afferrare la tela ma, una volta nelle sue mani, non riusciva ad andare né avanti né indietro.

Fu così costretto a posarla ancora, le si inginocchiò dinanzi ed iniziò a pregare la Vergine Maria, avendo compreso che si stava compiendo qualcosa di straordinario. Mentre alcuni curiosi gli si facevano intorno, lui implorò la Madonna di indicargli i suoi desideri e la via da seguire e così, insieme a quelle persone si incamminò fino ad un bosco, in quella che oggi è la zona di Valdragone. Si fermò ed appese il quadro ad un tronco di Carpano ed esausto si sedette.

Chiesa dei Servi di Maria
La teca contenente un pezzo del tronco del Carpano dove si posò l’immagine della Madonna

Il secondo ed il terzo miracolo

La luce del giorno si stava ormai affievolendo e bisognava riprendere il cammino per non rischiare di passare la notte all’aperto. Fra’ Paolo si alzò, fece per prendere il quadro, ma questo era impossibile da spostare, quasi fosse un blocco di bronzo. Provò tre volte ma non ci fu nulla da fare, quello era il posto. Dinanzi a questo secondo segno miracoloso, il frate si fermò in preghiera in compagnia delle persone che l’avevano seguito e di tutte quelle che si andavano aggiungendo per le grida di lode alla Madre di Cristo che si levavano da Valdragone. Così trascorsero lì la notte pregando e vegliando mentre si compiva il terzo miracolo. Le tante candele accese davanti al quadro, nonostante il fortissimo vento, non si potevano spegnere. Era l’11 Luglio del 1442

Così di giorno in giorno la notizia si diffondeva per tutto il territorio ed i fedeli accorrevano in quel luogo portando con sé pietre ed offerte che contribuirono all’edificazione della cappella, prima e del monastero, poi. Le numerose guarigioni e le liberazioni ottenute in questo luogo hanno contribuito nel tempo a consolidare la devozione alla Madonna di Valdragone.

Il quarto miracolo

All’epoca dei fatti Sigismondo Malatesta, signore di Rimini e Fano, era in perpetua e logorante lotta con Federico di Montefeltro che, da Urbino, governava fino alla confinate Pesaro, sostenuto anche dal Vaticano. Sigismondo era uno dei più audaci e spregiudicati condottieri dell’epoca e voleva a tutti i costi espandersi verso i territori delle Marche. Più volte attentò alla vita dell’avversario che, per sfuggire ai ripetuti attacchi, si alleò con la vicina San Marino.

Quando fra’ Paolo decise che fosse ora di tornare nella sua Siena si avviò nottetempo verso Rimini sperando di non incappare nelle ronde malatestiane. Non appena però si mise in cammino venne intercettato e bloccato da una di queste. Visto il luogo da cui proveniva e l’insolito orario gli uomini di Sigismondo lo presero per una spia e senza indugio lo impiccarono. Il frate fu così imbavagliato ed appeso alla croce che era stata eretta per indicare ai viandanti il luogo dove trovare il miracoloso albero della Madonna di Valdragone.

servi di Maria
Il Crocifisso del XV secolo e la statua della Madonna Addolorata

Nella ricostruzione storica redatta da Padre Bruschi, si legge di come questa impiccagione fu scongiurata. La Madonna infatti non abbandonò il suo devoto frate ed intervenne una quarta volta nella sua vita. Ecco che si levò nuovamente un forte vento tale da far rompere il cappio stretto attorno al collo del malcapitato Paolo. Questi cadde a terra e, nonostante avesse le mani legate dietro la schiena e la bocca tappata da un brandello delle sue vesti, riuscì a raggiungere a piedi la dimora della famiglia Benedettini che lo accolse e se ne prese cura. Paolo si trattenne ancora diversi mesi servendo e predicando prima di far ritorno nella sua Siena.

Note e Fonti:
  • “Preziosa Memoria” – dato alla stampa nel 1902 da padre Bruschi osm, scopritore dell’antico testo originale nell’Archivio del Convento. L’opuscolo è giunto ai nostri giorni grazie alla preziosa opera curata da padre Giuseppe M. Galassi, Priore osm, che ne ha curato la ristampa nel 1991, in occasione dei 550 anni di Santa Maria in Valdragone.
  • “L’Ospite” 1994 – Testo dell’Ufficio di Stato per il Turismo della Repubblica di San Marino.
  • L’Agenda Portatile 2015

 

 

 

Gestione cookie