Metti una sera a casa di Diego | Lì dove tutto è iniziato

Diego Armando Maradona ormai ci ha lasciato da qualche anno, ma il suo mito continua ad alimentarsi.

Diego Maradona
Maradona. Foto Web Source

Grazie anche allo scudetto del Napoli, il “D10s” fa notizia sui media internazionali come e più di prima.

Il quartiere di Diego

A Calle Lascano, nel barrio (ovvero il quartiere) de la Paternal, giusto a pochi chilometri dal centro di Buenos Aires, sanno come omaggiare il grande calciatore, l’unico vero “Pibe”: al numero 2257 si trova infatti la prima casa che Dieguito abitò nel lontano ’78, quando vi si trasferì con tutta la numerosa famiglia, dopo aver firmato il suo primo, vero, contratto da calciatore e muovendo i primi passi da professionista. Camera spoglia, da diciottenne pronto a prendere a calci la vita come una palla sporca, per sfidare un destino che lo voleva povero e ai margini: un letto, un armadietto, un  mangianastri a 33 giri per ballare al chiaro di luna il tango della solitudine, una scintillante maglia dell’Arghentina e il futuro, radioso e mitico ad attenderlo.

La finestra

La finestra, poi. Unica, ad affacciarsi sulla tromba delle scale, buia come un punto cieco, da cui Maradona immaginerà il mondo ed un modo nuovo di rivoluzionare il calcio. 80.000 pesos all’anno per il primo vero stipendio, una Fiat 125 rosso fiammante, più la promessa di un contratto di compravendita per l’immobile occupato in caso di vittorie a grappoli.   Il Signor Perez è l’attuale proprietario della “CASA de D10s”, trasformata in museo, con foto e cimeli del Pibe, fiero cicerone che ci apre la porta, ricordando le gesta dell’uomo divenuto poi mito, oltre che campione: “Lo scudetto del Napoli l’ha trasformata in una meta obbligata di pellegrinaggio, tifosi argentini e di tutto il mondo fanno la fila per vedere dove ha dormito il giovane Diego”.

Casa di Diego
Casa di Diego – Photo web source

Lo scudetto

Buenos Aires -Napoli è adesso la tratta del sogno, il trait d’union che unisce il Vecchio Mondo all’emisfero latino: uno scudetto da cucirsi sul petto, da dividersi tra due popoli ugualmente in festa, nel nome di D10s. Festa azzurra, con una fiumana di persone impazzite, un carosello infinito, la “sua” Napoli ad invocarne il nome, la divina protezione, la futura benedizione.   Il fulcro, il cuore della gioia è qui, forse: pochi metri quadri, un letto spoglio, una finestra cieca, una maglia bianca e azzurra ad illuminare il cammino. Una scritta recita “Aquí vivió feliz”, “qui visse felice”.  E basta entrare nella casa del Pibe per capire come i sogni d’un ragazzo divennero gioia e amore per tifosi d’ogni paese.

 

 

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