Per secoli il lavoro gli scienziati si è concentrato nella lotta per sconfiggere l’invecchiamento naturale dell’essere umano, alla ricerca della formula dell’elisir di lunga vita.
Una ricerca che continua ancora ai nostri giorni e che oggi ha dato una nuova e controversa risposta.
Il segreto di una vita sana e ben lunga si cela nel lavoro quotidiano: se si vuol vivere di più e in salute, secondo gli studiosi, non resta che non smettere di “lavura” per dirla alla milanese.
La ricerca
Forse è riduttivo e semplicistico, ma fior di studi scientifici dimostrano incontrovertibilmente che tenere il cervello in attività rallenta la degenerazione dei neuroni, il declino delle facoltà cognitive e crea una rete di relazioni personali che ci proteggono dall’isolamento sociale. Una degli ultimi studi effettuati, forse il più esaustivo, è stato svolto su un campione di circa 83 mila persone ed è stata pubblicata in America sulla prestigiosa rivista “CDC Preventing Chronic Disease”: è dimostrato che i lavoratori over 65enni hanno il triplo delle chances di restare in salute, mantenendo il proprio status psicofisico in condizioni migliori rispetto alle persone inattive, unitamente ad un 50% di probabilità in più di prevenire malattie cardiovascolari o patologie cancerose.
Il lavoro in Italia
E in Italia come siamo messi? Guardando all’età media della popolazione si direbbe che siamo a posto così: gli ultimi dati disponibili ci dicono che nell’arco del 2023 la nostra aspettativa di vita si attesta sugli 84,2 anni (86,1 le donne; 82,1 gli uomini). Tra i paesi più avanzati ci batte solo il Giappone, e i dati OCSE fanno riflettere: di media i nostri connazionali trascorrono quasi 24 anni in pensione, mantenendo un buono stato di salute, tra i 16-18 anni senza malattia, per l’esattezza.
Anni in più, più quantità che si deve tradurre anche in qualità: un dato positivo, ma allo stesso tempo una sfida per chi governa. L’Italia ha difatti il primato europeo, risultando il paese più “vecchio” , età media di 48 anni, contro i 44,4 della media Europea: gli over 65enni sono più di 14 milioni, ovvero quasi il 25% della popolazione, con una proiezione al 2050 superiore ai 20 milioni (il 34,9% della popolazione stimata).
Lavoro: gli scenari futuri
Dilemma: come conservare il tenore socio-economico attuale senza intaccare sensibilmente la spesa, con aumenti insostenibili per le fasce sociali? Tra le misure messe in campo dagli ultimi governi, alcune hanno cercato di “allungare” la vita lavorativa, contrastando l’uscita anticipata dei lavoratori dal mercato del lavoro, promuovendo direttamente l’occupazione degli over 65enni.
Ad esempio, la riforma Fornero del 2011 prevede che l’età per i pensionati debba attestarsi sui 67 anni, ma grazie a vari “scivoli” normativi per l’uscita anticipata, abbiamo un’età pensionabile che si aggira sui 63-64 anni. Quel che è certo è che l’invecchiamento della popolazione segnerà il mercato del lavoro per i prossimi decenni, con un investimento di risorse notevoli e dispendiose onde evitare che il saldo tra pensionati e lavoratori attivi diventi irrimediabilmente negativo.