Vivere nella testa di Maradona? C’è chi lo fa tutti i giorni

Il sacerdote del culto neapolitano, inquilino della testa “divina” del Pibe è Ciro Maiello, abitante dell’iconico appartamento della “fenestrella” di Maradona.

Murales di Maradona a Napoli – Photo web source

“Scusate il ritardo” e “Ricomincio da tre”, per il terzo, storico, scudetto del Napoli sono riferimenti imprescindibili, e ciò perchè Massimo Troisi è nume tutelare, in quel di Partenope: ma vogliam mettere come deve esser vivere letteralmente nella testa di un D10S?

Finestra sul passato

Maiello è un fiero ometto di cinquant’anni, di professione salumiere: vista l’età, ha vissuto i fasti del Napoli di Ferlaino, degli scudetti e della gloria: si è trasferito nel condominio affrescato con il famoso murales, ai Quartieri Spagnoli (storicamente area di acquartieramento della soldataglia spagnola nel ‘500 vicereale) nel 2006, godendosi da lì la festa del terzo scudetto targato De Laurentiis.

Il volto del campionissimo è incorniciato nella “fenestrella” del bagno, le persiane corrispondono perfettamente all’ovale di Dieguito, spesso e volentieri son chiuse per omaggio e rispetto, almeno fino al 4 maggio 2023, data in cui il Napoli di Spalletti si è laureato campione d’Italia.

La mano di D10S

“È stata la mano di Maradona”, chiosa divertito il buon Maiello, perchè “questa non è solo una vittoria sportiva. E la vittoria di un’intera città che dopo decenni sta  rinascendo”. Un murale storico, quello di Maradona, disegnato in fretta e furia la notte della vittoria del primo scudetto, quello dell’ ’87. Non un semplice disegno, ma un simbolo, nel tempo sbiadito, quasi abbandonato, inurbato in vicoli dove la camorra spadroneggiava, fino a non molto tempo orsono.

Per Roberto Saviano, il signore di “Gomorra”, quel Maradona graffiato sui muri è l’emblema stesso della rinascita, “all’improvviso, è successo qualcosa di incredibile, Napoli è emersa dal suo isolamento, con tutta la sua bellezza. Ecco perché quel murale è il simbolo della città”.

La rinascita

E’ il 2016 quando inizia la “rinascita” del graffito maradoniano, con i cittadini dei Quartieri che decidono di restaurarlo, affidando il progetto allo street artist argentino Francisco Bosoletti. Ed è qui che entra in scena Ciro Maiello, perchè Bosoletti si presenta di buon mattino a casa sua, armato di sorriso e bombolette spray: “Mi disse che intendeva ridipingere il murale e rifare il volto di Maradona, che sarebbe stato realizzato sulla finestra del mio bagno”.

Maradona
I Lavori di ripristino del murales – Photo web source

L’accordo prevedeva che la finestra fosse “a libero uso”, potendola aprire quando voleva: “Ma abbiamo deciso comunque di tenerlo quasi sempre chiusa”. Per rispetto infinito dell’argentino tricoricciuto che regala al Napoli l’eternità calcistica. Alla morte del Pibe, il 25 novembre del 2020, iniziò un lungo pellegrinaggio spontaneo, trasformando la piazzetta sottostante in un templio pagano dedicato al dio del Calcio: e questo è soltanto l’ultimo dei miracoli attribuito a Santa Maradona.

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