Bambina scomparsa | Una storia torbida tra tentato suicidio e rapimento

Proseguono, senza sosta, le ricerche della bambina scomparsa a Firenze. La piccola Kataleya Alvarez di appena 5 anni manca da casa da sabato pomeriggio.

Le forze dell’ordine continuano le indagini e le attività di ricerca, estese in alcune zone della città, a queste ultime si sono aggiunti dei volontari coordinati dalla protezione civile.

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Photo web source

C’è l’ipotesi rapimento, uno spettro che aleggia sempre con più insistenza e, poi, c’è quel tentato suicidio del papà della piccola nel carcere dove è detenuto.

La Prefettura, dopo le dichiarazioni della madre, apre un fascicolo per rapimento

E’ scomparsa, Kataleya Mia Alvarez, la piccola di 5 anni di origini peruviane. Nemmeno le telecamere, poste all’ingresso dello stabile dove viveva e giocava, sono riuscite a riprendere il momento in cui si è allontanata o è stata portata via.

Sabato pomeriggio, 10 giugno 2023, una giornata tranquilla, il tempo è sereno, i bambini stanno giocando nel cortile dell’ex hotel Astori, uno stabile occupato da almeno un centinaio di abusivi. Ci sono decine di minori in via Maragliano a Firenze in quello stabile, stanno giocando in cortile e c’è anche la piccola Kataleya.

E’ stata vista lì, l’ultima volta, dalla madre e da altre persone che vivono abusivamente nell’ex hotel Astori. Eppure di Kataleya, intorno alle 15, si sono perse le tracce. Allertate le forze dell’ordine giunte sul luogo hanno controllato le telecamere poste proprio all’ingresso dello stabile, unica via di ingresso e di uscita, della bimba, però, nessuna traccia.

Le ricerche, a quel punto, si sono concentrate all’interno del cortile e dello stabile. Ricerche infruttuose, fino a questo momento, man mano che il tempo passava le ricerche sono state estese dapprima al fiume e poi ad altre zone della città.

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La comunità peruviana manifesta per la bambina scomparsa a Firenze

La madre, ieri colta da un leggero malore dovuto all’agitazione, è stata sentita nuovamente dagli inquirenti. All’interno di quello stabile, ultimamente, più volte, c’è stato bisogno dell’intervento delle forze dell’ordine per sedare delle discussioni anche molto accese, la pista del rapimento si fa sempre più concreta per chi indaga.

Proprio la mamma, della bimba scomparsa a Firenze, fa dei nomi ai carabinieri. Ipotizza chi potrebbe essere stato a rapire la sua piccola. Lo fa riportando degli episodi che, in frangenti come questi, potrebbero essere sospetti.

Il papà, della bambina scomparsa a Firenze, intanto tenta il suicidio in carcere

Ci sarebbe stato uno screzio, con una famiglia che abita sopra di loro, per i troppi rumori in casa. Il 29 maggio, addirittura, ci sarebbe stata una autentica disputa per un alloggio da occupare. In quella circostanza un uomo, un sudamericano sarebbe precipitato in strada e per questo il fratello della madre di Kataleya sarebbe stato incolpato.

Dagli approfondimenti delle forze dell’ordine, però, nessuno dei “sospettati” di Kathrina, 26 anni madre della bambina scomparsa a Firenze, sembrerebbe, al momento, coinvolto.

Il padre della bimba, invece, detenuto nel carcere di Sollicciano, per piccoli reati contro il patrimonio, avrebbe tentato il suicidio. L’uomo, da quanto si apprende da fonti vicine all’indagine, avrebbe ingerito del detersivo nel tentativo di togliersi la vita.

Trasportato, prontamente, al pronto soccorso dell’ospedale di Torregalli, dove è stato sottoposto ad una lavanda gastrica e tenuto sotto osservazione, stamattina è ritornato in carcere. Nei suoi confronti, ovviamente, è stato attivato il piano di prevenzione per i detenuti che rischiano il suicidio.

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Con il berretto blu la mamma della piccola Kataleya – Photo web source

Ci si interroga, intanto, se si tratti di un gesto disperato, per la scomparsa della bimba, o celi qualcosa in più. L’uomo, anche egli 26 anni come la madre di Kataleya, anche in ospedale piantonato, ha riprovato a togliersi la vita. Gli investigatori, però, al momento pur ipotizzando il rapimento della bimba, escludono il coinvolgimento del papà detenuto.

La famiglia dell’uomo, infatti, non vive a Firenze e, soprattutto, sta collaborando attivamente alle indagini per la soluzione del caso.