Il ritorno della Casta: quando la Politica si “ingrassa”

Qualche anno orsono era la bandiera dei movimenti anti-casta: il taglio dei costi, a tutti “i costi”, per una Politica migliore, scevra da interessi (troppo) di parte.

Il ritorno della Casta – Photo web source

Decreti ne son passati sotti i ponti, per una “Casta” che s’è rinsaldata, votando compatta aumenti di vitalizi ed indennità (più o meno) dovuti.

Politica universale

Al Senato bloccato il taglio dei vitalizi; alla Camera votato l’aumento delle indennità dei Capigruppo; in vari consigli regionali tutti d’accordo ad implementare i propri assegni: cosa succede nella Casta? Pare che in tutto il Belpaese si sia sviluppato un movimento di ritorno, quasi un reflusso esofageo universale, dopo i venti anti-casta del decennio passato: in parole povere la Politica si sta riprendendo ciò che un tempo era di sua (illegittima? immorale?) spettanza.

Partendo dall’algido Friuli, passando per Roma caput mundi, finendo nella Trinacria assolata dalla calura implacabile: è tutta una germinazione spontanea di stipendi in surplus, indennità a ghirigoro, diaria iper-anabolizzata; Governatori, Consiglieri, Sindaci, e Assessori, tutte maschere atelllane al Gran Ballo della Casta, ad ingrassare all’ombra degli emolumenti in fiore. In molti casi parliamo di cifre fuori mercato, oltre ogni logica e paragone, rispetto ad altri settori economici del “mondo reale”.

Misure contro l’inflazione

Se non ci fosse da piangere ci sarebbe da applaudire per questa improvvisa impennata di misure anti-inflazionistiche: peccato che siano aumenti ad personam, anzi ad Castam; ad esempio, in Friuli, l’assegno dei vitalizi degli ex consiglieri regionali è stato collegato all’inflazione galoppante. Risultato? Nel giro di pochi mesi gli ex consiglieri hanno visto aumentare il proprio assegno periodico dell’ 8% circa. 

In Toscana vitalizi e stipendi sono stati (per il momento) congelati da una norma ad hoc, segno che se si vuole si può evitare la deriva, la grana della “grana”; in Sicilia, i 70  deputati hanno fatto “scattare” l’ adeguamento inflazionistico, aumentandosi lo stipendio di circa 850 euro, per un assegno già pari a 9 mila euro mensili.

Movimento anti-casta – Photo web source

Casta diva

In alcune regioni avevano già pensato a tutto con largo anticipo: come in Puglia, ad esempio, i cui consiglieri fin dallo scorso anno avevano ripristinato (all’unanimità) l’assegno di fine mandato (abolito nel lontano 2013). Stesso discorso per decine di Comuni italici, secondo previsioni normative statali datate 2021: insomma, cambiano le latitudini, ma non gli interessi locali all’aumento di stipendi ed indennità varie (ed avariate).

E a Roma? Nella capitale di Castalandia, i consiglieri comunali ad aprile hanno deliberato di raddoppiarsi lo stipendio, fino a 3.500 euro, il tutto dopo un primo stop della Corte dei Conti perché “mancava la previsione della spesa”: evidentemente lacuna poi colmata in scioltezza. In effetti il vento è cambiato, sull’Italia soffia ormai corposo lo zefiro barricadero della lotta spietata all’inflazione: oh, almeno per la nostra beneamata Politica la strategia si è dimostrata vincente, no?

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