La Transizione è la nuova corsa all’oro | Cosa sta succedendo in Italia

Transizione ecologica: tra le varie rivoluzioni da avviare, c’è anche quella relativa alla fornitura delle materie prime necessarie.

Materie prime sempre più scarse, eppure fondamentali per un decisivo cambio di passo energetico: metalli e minerali da utilizzare nelle turbine eoliche, nei pannelli fotovoltaici e nelle batterie elettriche.

Nuova corsa all’oro

Sembra si sia tornati al Klondike di fine ‘800, con la frenetica corsa ai preziosi: l’UE sta concentrando i suoi sforzi per ridurre notevolmente la dipendenza dalla Cina, mercato che garantisce la metà del fabbisogno, scongiurando l’eventuale penuria dei materiali, data la domanda in continua crecita. Anche il Governo italiano, con i ministeri delle Imprese e  dell’Ambiente, sta provvedendo all‘aggiornamento delle mappe relative ai giacimenti italiani: secondo il ministro D’Urso, entro la fine del 2023, saranno ben chiare le nuove norme per riaprire le nostre miniere.

L’Italia, difatti, possiede miniere di cobalto, rame, nichel in Piemonte, di litio nel Lazio, minerali rari in Sardegna, possedendo inoltre tonnellate di rifiuti minerari (oltre 70 milioni di metri cubi di materie un tempo di scarto, ora riutilizzabili con le nuove tecnologie a disposizione). Abbiamo inoltre giacimenti di metalli preziosi nelle regioni dell’arco alpino, in Friuli c’è il cobalto, in Veneto il magnesio, in Trentino manganese e rame; in più la Liguria, troviamo uno dei più grandi giacimenti di titanio nel mondo.

Tutto passa dall’UE

Sarà la Commissione europea a dover rilasciare “la patente” che certificherà i progetti da inserire: a quel punto le società potranno ottenere le autorizzazioni necessarie all’estrazione (entro due anni), e in un anno potranno anche avviare la raffinazione. Ad oggi, in Europa occorrono 15 anni per un’autorizzazione all’estrazione, contro i 7 anni degli USA, i 2 del Canada ed i 3 mesi della Cina: il nuovo piano europeo punta proprio a snellire la burocrazia, onde ridurre la dipendenza da altri paesi, in primis dall’impero del Dragone.

“Siamo in una fase che ricorda la corsa all’oro del diciannovesimo secolo”, sottolinea D’Urso, “le nostre stime indicano che nel 2050 la domanda di litio per batterie aumenterà di 89 volte, quella di terre rare crescerà di 6-7 volte, il gallio di 17 volte”. L’Unione Europea provvede all’acquisto di molte materie e metalli unicamente dalla Cina, con minerali rari impiegati nei magneti e nei sensori elettrici raffinati unicamente nel paese del fiume Yang Tze.

Estrazione terre rare in Italia – Photo web source

Belpaese e minerali

In Italia, come detto, abbiamo una certa diversificazione mineraria: presenti nel nostro sottosuolo 16 delle 34 materie prime che l’Europa considera di fondamentale importanza per la transizione ecologica. Il vero problema è che tali giacimenti sono rimasti inutilizzati per decenni e devono dunque esser riattivati: per di più numerose miniere si trovano ora in aree verdi e protette; ed è proprio per tale motivo che il Governo italiano chiede all’UE di prevedere alcune deroghe per i casi in cui sia a rischio un primario interesse nazionale. La corsa all’oro è iniziata adesso anche nel nostro amato Belpaese.

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