Vessicchio: la mia vittoria è per tutti | Ecco come ha sconfitto la RAI

In una lunga nota affidata ad AGI il maestro più amato d’Italia spiega perché la recente sentenza in suo favore è una vittoria per tutti.

Vessicchio

La sentenza arriva dopo un lungo periodo di solitudine e di opportunità lavorative mancate.

Contento per la sentenza

Per evitare letture suggestive o errate, ritengo opportuno rilasciare una mia dichiarazione sulla vicenda e sulla sentenza emessa dal Tribunale di Roma, della quale naturalmente, e non lo nascondo, sono molto contento”. Inizia così una lunga nota stampa che il famoso ed amatissimo maestro Beppe Vessicchio ha rilasciato all’AGI.

Vessicchio spiega che il verdetto “rappresenta una decisione importantissima per l’intera industria discografica“. E bacchetta, e lui da direttore d’orchestra ne ha ben donde, la stampa italiana rea di non aver, come troppo spesso accade, centrato il punto. Il tribunale di Roma, infatti, non si è espresso circa il diritto d’autore relativo alle musiche composte da lui ed utilizzate nel programma “La prova del cuoco” ma sui diritti connessi che sono diritti relativi alla registrazione dei brani, che sono di proprietà esclusiva di Vessicchio attraverso la sua società CIAOSETTE. Mai Vessicchio ha ceduto a RAITRADE prima e a RAICOM poi tali diritti e il tribunale ha accertato proprio questo.

“Ho sempre cercato, al contrario, il legittimo riconoscimento economico per gli utilizzi che ne effettuava RAI come emittente televisiva facendo riferimento al cosiddetto “equo compenso”, spettante per legge (come stabilito dall’art. 73 della Legge “sul diritto d’autore”) per metà al produttore fonografico e per l’altra metà agli artisti interpreti ed esecutori”.

Vessicchio
Beppe Vessicchio photo by ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

E’ una vittoria per tutti

Vessicchio continua dicendo che questa sentenza “riafferma un principio fondamentale per tutto il settore e in particolare per i piccoli produttori musicali indipendenti: i proprietari delle registrazioni discografiche utilizzate nelle trasmissioni televisive (di RAI come di altre emittenti), hanno diritto a ricevere, unitamente agli artisti partecipanti alle registrazioni, l’equa remunerazione di legge anche se le registrazioni in questione risultassero utilizzate per la prima volta proprio nella specifica trasmissione, senza essere state in precedenza poste in commercio in modalità tradizionali (ad es. CD, streaming digitale etc.).

Quindi finalmente giustizia per me, ma anche una vera rivoluzione per tutti coloro che, proprietari di registrazioni musicali utilizzate da RAI, si erano visti incredibilmente negare (non tutti in verità, altra torbida incongruenza) il riconoscimento di questo benedetto equo compenso”.

La contestazione della RAI

In pratica la RAI si è opposta alla richiesta del Maestro di ricevere il pagamento dei diritti asserendo che le musiche usate in “La Prova del Cuoco” non fossero mai state commercializzate. “Nel mio caso però la verità era più complessa: quell’equo compenso a me spettante era stato in realtà già liquidato da RAI a favore di altro soggetto che, al mio posto, si era dichiarato (illegittimamente) proprietario delle registrazioni. Sapete chi? RAICOM, cioè la società interna che gestisce i diritti delle opere dell’ingegno appartenenti all’intero gruppo RAI”.

Una situazione paradossale

E dunque la situazione diventa paradossale giacché Vessicchio viene considerato non meritevole di ricevere equo compenso perché le musiche erano inedite. Ma allo stesso tempo la RAI, in maniera del tutto arbitraria, attribuisce la proprietà delle registrazioni a RAICOM (ora RAITRADE), dunque a se stessa e si autoliquida questo equo compenso. “Ciliegina sulla torta: poiché in qualità di artista avevo incassato parte di quell’equa remunerazione – pagata da RAICOM che aveva incassato il 100% -, RAI chiedeva che restituissi anche quelle somme (oltre al danno, la beffa), ritenendo fossero state pagate per errore, proprio perché quel diritto non esisteva. Per me no, per loro si, davvero incredibile”, continua Vessicchio.

Lungo iter giudiziario e lungo periodo di solitudine

Quello del contenzioso con la RAI è un viaggio lungo e doloroso iniziato addirittura nel 2014 nella sua fase stragiudiziale. Il procedimento ha avuto avvio nel 2018 ma tra rinvii ed intoppi (non ultimo il COVID) i tempi si sono dilatati fino al 2023. E in tutti questi anni Vessicchio ammette di essersi sentito molto solo.

“Un periodo che mi ha portato non pochi dispiaceri, in primis non poter più lavorare in trasmissioni RAI (a meno che non transitassi tramite società in appalto che realizzavano per RAI: che ipocrisia): per motivi di opportunità, infatti, RAI non stipula contratti con soggetti in contenzioso con l’azienda. E per tali ragioni ho dovuto addirittura rinunciare alla co-conduzione di Sanremo 2019 propostami da Baglioni al fianco di Virginia Raffaele e Claudio Bisio.”

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La luce in fondo al tunnel

“Ma nel 2022, una parte dell’industria discografica decise di ascoltarmi. Si presentò da me l’indomito Sergio Cerruti, presidente dell’AFI, dicendomi di conoscere il mio caso e di volerlo sostenere con un intervento nel giudizio pendente, in adesione alla tesi giuridica sostenuta da me e dai miei avvocati”. Da Cerruti in poi è stato un crescendo di consenso e vicinanza dell’industria discografica e finalmente Vessicchio ha cominciato a sentirsi meno solo. Vessicchio che, negli anni, ha potuto contare sul sostegno di sua moglie, della sua famiglia e del suo team legale.

“Quello che però mi auguro più di ogni cosa, è che la RAI possa fare tesoro di quanto disposto con la sentenza del Tribunale di Roma, per porre rimedio a una situazione generalizzata che ha colpito me, e come me, tanti altri compositori-produttori meno conosciuti dal pubblico, vittime di pratiche da troppo tempo diffuse”.

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