La Fake War made in Ucraina | Cosa sta succedendo?

Il mimetismo tattico è una strategia bellica fin dai tempi dei Romani. Nascondere armi, battaglioni, accampamenti, all’occhio nemico si è sempre dimostrato fondamentale per gli esisti fausti di una battaglia, nell’economia generale della guerra.

Ucraina

Sin dall’inizio della guerra, gli ucraini sono riusciti a nascondere armi e battaglioni, preservandoli e celandoli tra arbusti, alberi, sotto teloni camouflage, in barba ai radar del nemico.

Risiko camouflage

Un escamotage che ha permesso all’esercito di Zelensky di sottrarsi al primo colpo dell’invasore, impedendo al contempo ai caccia russi di imporre la loro superiorità nei cieli. Ma la vera notizia è che in Ucraina sono stati allestiti, a tempo di record, laboratori in cui si riproducono cannoni, missili, radar, veicoli: tutte armi o strumenti logistici “finti”, atti a trarre in inganno i russi, attirandone il fuoco ed inducendoli a sprecare migliaia di munizioni a vuoto.

Professionisti della riproduzione, costantemente ed alacremente al lavoro per realizzare stampi e modelli in plastica, legno, gommapiuma per realizzare copie perfette, o quasi, così simili agli originali da ingannare i droni russi e finanche le truppe a terra: ottima idea, seppur elementare, che sortisce comunque (prosaicamente) l’effetto voluto.

Copie a pezzi

Non passa giorno che non saltino in aria le copie farlocche: più vengono distrutte, più la strategia si dimostra vincente: colpire le imitazioni in pvc, gomma o legno, è un errore che costa, in termini economici e militari; ogni colpo in meno è un danno ed una possibilità sprecata per colpire il nemico. La lampadina si è accesa quando alla Metinvest, la società di Rinat Akhmetov, l’uomo più ricco ed influente d’Ucraina, hanno pensato che schierare armi “giocattolo” in formato maxi avrebbe potuto generare un effetto “barriera” per i russi: tutto quello schieramento avrebbe potuto scoraggiare psicologicamente i nemici, inducendoli ad evitare lo scontro aperto.

Le “commesse” specifiche arrivano dall’esercito ucraino, ovviamente, che richiede di riprodurre una tipologia di arma o meno: a quel punto si opera scegliendo i materiali di riproduzione più adatti; si stampa poi un’immagine a grandezza naturale dell’oggetto da plasmare, che fungerà da guida durante le vari fasi della costruzione.

Ucraina
Costruzione armi “finte” – Photo web source

Fronte del “pacco”

Un vero e proprio “pacco” (la classica truffa da strada in quel di Napoli) made in Ukraina: una volta finite, le  riproduzioni-esca vengono smontate pezzo per pezzo, trasportate al fronte (o dove occorrono) e riassemblate per il grande show in circa venti minuti. Tecnologia essenziale, spartana e funzionale: le ultime fake weapons sono anche in grado di simulare il calore di un’arma ancora calda, per aver sparato da poco, attraverso una semplice resistenza interna. Così riescono anche ad ingannare i visori termici, costringendo i russi a sganciare missili e sprecare pallottole sperando, per una volta, di centrare il bersaglio “vero” e non il “pezzotto” di turno.

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