Lavoro e carriera | L’errore che non devi mai commettere

Quante volte pensiamo che il concetto di lavoro e quello di carriera vadano di pari passo. Ma siamo sicuri che è sempre così? Forse è meglio fare chiarezza.

Sono due strade completamente diverse fra di loro e ci sono anche degli elementi utili e necessari a capire perché le due strade siano così diverse e differenti fra di loro.

Lavoro e carriera | L'errore che non devi mai commettere
photo: freepik

Attraverso la testimonianza di alcuni lavorator, cerchiamo di analizzare insieme queste differenze che sembrano esser cruciali.

La carriera non arriva dal lavoro?

Ci hanno sempre detto che “se hai un buon lavoro, farai anche un’ottima carriera”. Ma siamo davvero certi che sia così? A quanto pare no. Ed infatti, sono tante le esperienze che potremmo raccontare di persone che, in realtà, hanno un buon lavoro ma che si sono rese conto di come la strada del lavoro e quella della carriera, siano due entità completamente differenti l’una dall’altra.

Attraverso alcune testimonianze di lavoratori, raccontate dal quotidiano “Il sole 24ore”, cerchiamo di capire meglio quali possano essere davvero queste differenze e perché siano così radicate tanto da portarci a ripensare circa la domanda dalla quale il nostro articolo è partito, ovvero della differenza fra lavoro e carriera.

La prima storia ci parla di Michele (nome di fantasia), responsabile marketing Europa di una azienda globale. Lui, per 15 anni, ha lavorato in modo estenuante, superando tutti gli obbiettivi di vendita, quota di mercato, reddittività, ricevendo anche bonus e arrivando anche ad esser promosso a direttore di un team di vendite. È diventato, insomma, un vero esperto nel settore. Era convinto di esser diventato la persona esperta nel suo settore…almeno questa era la sua convinzione.

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La storia di due lavoratori

Cosa che, in realtà, non era così. “Sei bravo sì, ma solo nelle vendite e quindi vai a fare una esperienza di 3-4 anni in una funzione diversa e probabilmente sarai pronto per il prossimo giro” – gli hanno risposto dalla sua azienda.

Dall’altro lato c’è Enrico (anche qui, nome di fantasia) che è il capo del personale da 10 anni in un’azienda a conduzione familiare. Ha 25 anni e più di esperienza, ha meritato anche aumenti di stipendio e ora, ha deciso di cambiare azienda consapevole del fatto che, con l’esperienza accumulata, può arrivare a fare il grande passo. C’è un dato, però: Enrico è un tipo chiuso, riservato, poco incline alle relazioni sociali.

Per questo, con molta fatica, è riuscito a fare qualche colloquio ma non è mai arrivato alla seconda fase, sempre con la stessa ipotesi, a meno che “faccia un passo indietro” anche in termini salariali e che impari perfettamente la lingua inglese. Da lì, la sua rinuncia a cercare un nuovo lavoro, anche se gli mancano ancora 15 anni per andare in pensione.

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Qual è stato il loro “errore”?

Come spiega l’articolo de “Il sole 24ore”, l’errore è chiaro: entrambi i protagonisti delle storie hanno creduto fosse possibile unire l’esperienza lavorativa e il concetto di carriera, che a quanto pare, sono davvero così diversi e distanti l’uno dall’altro. E difficilmente potranno essere uniti fra loro.

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