Covid, milioni di vaccini buttati | Cosa non va

Nuove varianti, nuovi vaccini. Il Covid torna a far parlare di sé, i contagi vedono la curva salire, ed ecco puntuale il gran ballo delle dosi da inocular: ma nuove dosi significa mandare al macero circa 20 milioni di vecchie fiale, ormai vetuste.

Vaccini Covid – Photo web source

Nessuno difatti vorrebbe farsi iniettare vaccini superati dall’evoluzione virale: e così lo “spreco” (dall’inizio della campagna a oggi) delle fiale inutilizzabili ammonta a 102 milioni di dosi, per un valore commerciale poco sotto i 2 miliardi di euro, dato che ogni singolo vaccino costa mediamente 19 euro ad inoculazione.

Italia inoculata

In Italia, i vaccini inutilizzati alla fine saranno ancora di più: scaglionate negli anni, come da contratto, arriveranno sui banchi delle farmacie qualcosa come 61 milioni di dosi Pfizer, più 3 milioni di Novavax. Una marea di fiale che rischiano di finire al macero, visto l’andazzo delle campagne vaccinali, con i media che straparlano di varianti nuove ma innocue, ed istituzioni che invitano a vaccinarsi, ma con estrema calma e tranquillità. E dunque, a quanto ammonterebbe lo spreco di soldi pubblici? Parliamo di circa 3 miliardi di euro, mica cotiche.

Ma come si è finiti così? Facciamo un passo indietro: per comprendere al meglio, dobbiamo necessariamente ripartire dagli albori della pandemia. L’Unione Europea, all’epoca, per tutelarsi ed accaparrarsi scorte, avviò una massiccia campagna acquisti; all’Italia toccava una quota in percentuale (rispetto ai milioni di cittadini residenti) pari al 13%.

Dosi da elefante

Fu dunque avviata una campagna acquisti elefantiaca: i numeri snocciolati dal Generale Petroni, responsabile della profilassi vaccinale su tutto il territorio nazionale, parlano chiaro. Oltre 60 milioni di dosi ormai a scadenza regalate all’Africa, milioni di dosi finite nella spazzatura perchè impossibilitati a conservarle alle temperature richieste (non bastavano gli impianti di refrigerazione), più di 22 milioni di dosi scadute a fine 2022. A queste cifre devono poi aggiungersi altre 20 milioni di dosi consegnate lo scorso anno e mai somministrate alla popolazione: il conto finale parla di 102 milioni di fiale buttate letteralmente dalla finestra, nonostante che, nei primi anni di campagna vaccinale, l’Italia abbia fatto registrare il boom di adesioni da parte della cittadinanza.

Ursula von Der-Leyen, Presidente Commissione UE – Photo web source

Spreco continuo

Il problema è che lo spreco non finirà qui: il contratto siglato con la società Pfizer vincola l’U.E. ad acquistare ancora circa 450 milioni di dosi, delle quali oltre 61 appannaggio del Belpaese . Letteralmente una valanga di vaccini, tanto che il Governo italiano ha quasi pregato la multinazionale americana di spalmare in più anni invii e relativi pagamenti. Ma qualcosa non torna, tanto è vero in America fu presentato un esposto contro la Commissione dell’ U.E., che aveva deciso di secretare lo scambio di messaggi tra la presidente Von der Leyen e l’amministratore delegato della Pfizer, Albert Bourla, riguardo alle trattative precedenti all’acquisto dei vaccini anti Covid.

Il mistero si infittisce se pensiamo che l’U.E. autorizzò l’acquisto di vaccini contro Omicron 1, appena qualche giorno prima che venisse dato il via libera dall‘EMA (Agenzia Europea per i Medicinali) a quelli progressivamente aggiornati per le varianti Omicron 4 e 5. Spreco doloso o inefficienza colposa? Ah, saperlo

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