Mafia le nuove frontiere | Affari e pallottole ora passano anche dal web

Mafie e metaverso: si apre un nuovo fronte di di illecito guadagno. Quanto emerge dall’ultima relazione antimafia della D.I.A. (Distrettuale Antimafia) è particolarmente inquietante in merito.

Distrettuale Antimafia – Photo web source

L’attenzione delle organizzazione criminali si è spostata in grossa parte online, sulle piattaforme di comunicazione criptate e il cosiddetto darkweb: da sottolineare, infatti, la capacità delle organizzazioni criminali “di cogliere celermente le trasformazioni tecnologiche e dei fenomeni economico-finanziari globali”.

Meno violenza, più Internet

Evidente il grande interesse che le mafie dimostrano per gli affari e gli investimenti internazionali, soprattutto in aree del mondo dove vi è una “forte sofferenza economica”. Secondo la D.I.A., i clan subiscono un incessante processo di adattamento alla mutevolezza dei contesti, e per questo hanno implementato le capacità relazionali, anche grazie ai nuovi strumenti del metaverso, sostituendo la violenza e l’uso della forza paramilitare, con modalità infiltrative e di massimizzazione corruttiva. Un nuovo modus agendi dunque, col quale si punta a rafforzare i vincoli associativi attraverso la sistematica ricerca del profitto, sfruttando le difficoltà economiche di alcune are disagiate.

‘Ndrangheta uber alles

Il radicamento territoriale e la forte coesione dei legami malavitosi hanno determinato il primato (anche internazionale) della ‘Ndrangheta sul territorio nazionale: oggi i clan calabresi si confermano padroni della scena criminale, anche al di fuori dei tradizionali territori d’influenza. Le ‘ndrine investono primariamente nel mercato degli stupefacenti (cocaina in primis), occupando stabilmente un ruolo principale sul piano criminale, risultando affidabili su quello finanziario, capaci come sono di gestire una complessa macchina logistica per il trasporto della materia prima dal Sudamerica.

Mafia e affari illeciti – Photo web source

Mafia e Camorra inseguono

Cosa Nostra, nonostante i numerosi arresti e la continua opera di contrasto degli inquirenti, riesce ancora a convogliare in attività delittuose un bacino di utenza alquanto amplio ed  esteso, al fine di ampliare la necessaria manovalanza criminale. In Sicilia poi, la mafia convive pacificamente con altre organizzazioni malavitose, anche straniere, in ragione di “un’ampia gamma di rapporti e sodalizi mutevoli nel tempo”. La D.I.A. aggiunge inoltre che la strategia di sommersione mafiosa prevede un ricorso ormai residuale alla violenza, questo per evitare allarme sociale ed attenzione spasmodica delle forze dell’ordine e delle procure, garantendo, al contempo, un arricchimento economico più o meno “pacifico”.

Per quanto concerne la Camorra campana, risultano evidenti indizi di una costante e pervasiva ingerenza nell’amministrazione della Cosa Pubblica, onde condizionarne i regolari processi per l’assegnazione dei contratti d’appalto, settore cruciale per gli appetiti criminali del territorio. La rete di relazioni intessuta tra esponenti delle amministrazioni locali, imprenditori e malavitosi è tale che i clan riescono ad aggiudicarsi importanti commesse, sia con affidamenti ad aziende controllate direttamente, che tramite contratti di sub-appalto ad imprese collegate.

Un quadro decisamente a tinte fosche, quello delineato dagli inquirenti, che delinea scenari futuri preoccupanti: i poteri criminali risultano ancora ben in salute (seppur in sordina), in espansione costante ed ancora compatti nella gestione criminale, all’ombra del Paese del Sole.

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