Unesco: le rocce di San Leo e le grotte di Onferno patrimonio mondiale dell’umanità

Sono patrimonio dell’umanità, le rocce di San Leo e le grotte di Onferno hanno ottenuto il riconoscimento ufficiale da parte dell’Unesco. 

Soddisfazione per la provincia riminese, quando da Riyad è arrivata l’ufficialità del riconoscimento. La candidatura regionale ha ottenuto il parere favorevole della commissione.

Grotte di Onferno

Un patrimonio unico al mondo, è il fenomeno naturale davvero eccezionale, ammirabile in quei siti. Sette aree nelle province di Reggio Emilia, Bologna, Rimini e Ravenna.

Patrimonio dell’Unesco per le rocce di San Leo e le grotte di Onferno

Riunitasi a Riyad, la capitale dell’Arabia Saudita, il Comitato Internazionale Unesco ha dato parere favorevole alla richiesta della Regione Emilia Romagna, dando subito dopo l’ufficialità. Gli evaporiti di San Leo e le Grotte di Onferno, diventano patrimonio dell’Unesco diventando così patrimonio dell’intera umanità.

Un riconoscimento per un fenomeno naturale unico al mondo. Si tratta per la prima volta per la provincia riminese, entrata così nella lista dei luoghi che per le loro singolarità e caratteristiche vengono dichiarati un autentico patrimonio per l’intera umanità.

E’ questo, del resto, il riconoscimento dell’Unesco. Luoghi che per caratteristiche, peculiarità eccezionali che le rendono uniche al mondo vengono dichiarati patrimonio dell’intera umanità.

Rocce di San Leo

La candidatura da parte della Regione Emilia Romagna, di questi siti, d’altronde, nasce proprio per far conoscere all’intera umanità “un patrimonio unico al mondo”, usa queste parole l’Assessore ala programmazione territoriale e parchi, Barbara Lori.

Si tratta di fenomeni naturali che possono essere ammirati a Gemmano e San Leo. Sono dei fenomeni carsici che si trovano nelle rocce evaporidiche quali sale e gesso, questi insieme alle grotte fanno, parte di un evento naturale unico la mondo.

Una storia antica quanto il mondo per due siti straordinari

Per ottenere il riconoscimento del comitato su 21 stati membri ci vuole l’approvazione di almeno 14 di essi. Non era affatto scontato, quindi, questo riconoscimento. Con le tensioni sociali che ci sono in questo periodo per il mondo, infatti, i rappresentanti istituzionali italiani, come il Sindaco di Gemmano, non davano affatto per scontato l’esito positivo, nonostante le ispezioni e le visite degli esperti inviati dal Comitato Internazionale Unesco.

Il sito candidato dalla Regione è molto più ampio. Dall’Alta Valle Secchia alla riserva naturale di Onferno, passando per gli evaporiti di San Leo. In questi paesaggi e scenari fantastici ci sono la grotta epigenica più lunga al mondo, si parla di ben 11 chilometri almeno. La grotta più profonda con i suoi 265 metri ed ancora la sorgente salata più grande d’Europa. Una varietà enorme di minerali e forme carsiche a fare da contorno.

Con il nuovo riconoscimento ufficiale per Le rocce di San Leo e le grotte di Onferno, in Italia, oggi sono ben 59 i siti che fanno parte del patrimonio dell’umanità. Patrimonio dell’Unesco, quindi, per due siti unici al mondo e che vantano una storia antichissima. Si tratta, in effetti, di storia antica proprio come la Terra. Le rocce evaporidiche di San Leo testimonia la rottura del continente Pangea risalente a circa 200 milioni di anni fa per intenderci. L’altra realtà della provincia riminese, invece, risale a 6 milioni di anni or sono, legata alla crisi di salinità messiniana, quando il Mediterraneo si trasformò in un enorme lago salato.

Origine antichissime che fanno di questi due siti una straordinarietà unica al mondo e che, oggi, tutto il mondo può conoscere e sentirlo proprio.

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