Dopo cinque mesi una parte degli scioperanti si ferma. “Accordo eccezionale” dicono. Ma ciò potrebbe non bastare a far ripartire Hollywood.
Si sfilano dalla protesta gli sceneggiatori che sono riusciti a strappare un accordo ai colossi dello streaming.
Pace (quasi) fatta
E dunque dopo cinque mesi di picchetti e proteste le fila degli scioperanti di Hollywood iniziano a perdere pezzi. Vengono meno i tesserati al sindacato WGA (Writers Guild of America), insomma gli sceneggiatori. Non ci sono ancora notizie certe e tanti dettagli ma, pare, che i leader del sindacato siano riusciti finalmente a strappare un accordo ai grandi colossi dello streaming (in particolar modo Disney+ e Netflix). I rappresentanti sindacali parlano di “accordo eccezionale” e si rammaricano di non poterne ancora parlare approfonditamente.
Non soltanto perché per essere valido l’accordo va votato dalla maggioranza degli iscritti ma anche perché, pare, che ci siano ancora alcuni dettagli da limare. In sostanza però sembra che WGA abbia ottenuto un aumento delle paghe minime, garanzie sulla fase di scrittura dei soggetti e percentuali più alte per quanto riguarda il diritto d’autore per le opere destinate al solo streaming. Non si sa ancora se siano riusciti ad avere rassicurazioni circa l’uso delle Intelligenze Artificiali.
Ma potrebbe non bastare
Tutto risolto dunque? Purtroppo no. Abbiamo detto che a fermarsi sono stati solo gli sceneggiatori, gli attori stanno continuando a scioperare e non sembrano aver voglia di appendere gli striscioni al chiodo. E anche se sembra poca cosa, in realtà questa paralisi hollywoodiana ha già causato una perdita gigantesca che si aggira intorno ai 5 miliardi di dollari. Una paralisi che in realtà continuerà e a poco serve il fatto che gli sceneggiatori torneranno al lavoro. I copioni saranno pronti ma non ci sarà nessuno che li memorizzerà e li declamerà davanti ad una telecamera. E ricordiamoci che tra questi copioni ci sono l’attesissimo finale di Stranger Things e la seconda stagione di The last of us. Questo solo per citare due dei titoli più amati dal pubblico di tutto il mondo. Ma ricordiamoci che attualmente negli USA anche i normali talk show non stanno andando in onda da mesi lasciando sguarniti tutti i principali network.
Questo è ciò che sta accadendo in queste ore. Ma la storia delle proteste sul lavoro ci insegna che quando un pezzo dei manifestanti viene meno tutte le tessere del domino cadono. C’è quindi da aspettarsi che a breve anche attori ed altre maestranze torneranno a sedersi al tavolo delle trattative e strapperanno un accordo vantaggioso. Del resto: lo spettacolo deve continuare.