Tutta la verità o, almeno, tutto ciò che si può dire sul fenomeno del momento. I nostri dati sono in pericolo?
Sta facendo molto discutere, e non è neanche la prima volta, la app per smartphone TEMU. Cerchiamo di capire se c’è davvero da preoccuparsi.
TEMU: di cosa si tratta
Se hai uno smartphone non puoi non essere incappato almeno una volta negli spot di un’ azienda, la Pinduoduo o, se vuoi, PDD. PDD, citiamo testualmente la pagina (da loro stessi creata ad arte) Wikipedia dedicata, è:
“la più grande piattaforma tecnologica incentrata sull’agricoltura in Cina. Ha creato una piattaforma che collega agricoltori e distributori con i consumatori direttamente attraverso la sua esperienza di acquisto interattiva. Nel 2019 quasi 600 000 commercianti hanno venduto prodotti agricoli (frutta e verdura) con Pinduoduo, riforniti da circa 12 milioni di contadini. Ad agosto 2020 Pinduoduo si è impegnata a vendere prodotto agricoli per una somma di 145 miliardi di dollari all’anno entro il 2025″.
Dirai: si, tutto bello, ma cosa ha a che fare PDD con il titolo dell’articolo? TEMU è di proprietà di PDD. Cosa possano avere in comune insalate e lampade a led è una cosa che tenteremo di spiegare adesso.
TEMU ovunque
Come dicevamo PDD si occupa essenzialmente di vendita online di prodotti agricoli. Quindi tutto sommato ha senso che PDD abbia deciso di ampliare la cerchia di prodotti da vendere. Quello che stai per leggere, però, ha un po’ meno senso. TEMU ha iniziato una campagna pubblicitaria molto aggressiva, si è addirittura comprata uno spazio all’ultimo Super Bowl. Ha ingaggiato influencer, prodotto decine di spot.
Ma nonostante questo, secondo Wired, l’azienda starebbe perdendo dai 600 ai 950 milioni di dollari l’anno. Sempre Grizzly Research ha calcolato che per ogni ordine effettuato su TEMU la PDD ci perda 30 dollari (calcolando la spesa per la pubblicità e i costi di spedizione) e si è quindi chiesta come potesse un’azienda in perdita continuare ad investire milioni di dollari.
Ma quindi, stando così le cose, come fa PDD ad essere ancora in vita? Stai per scoprire che la linfa vitale a questa azienda non la danno i tuoi soldi ma i tuoi dati sensibili.
Perché questa app non andrebbe mai utilizzata
Il punto inquietante arriva ora. C’è un’azienda americana, la Grizzly Research , che periodicamente analizza i livelli di sicurezza delle app più usate. Tali app vengono sottoposte ad una serie di test che servono a capire se tutti i livelli di sicurezza vengono rispettati. Ricordiamoci sempre che quando usiamo una app le diamo in pasto tutti i nostri dati, in molti casi anche dati bancari. Ebbene la app TEMU ha fallito tutti i 18 test di sicurezza.
In particolar modo si è notato che in questa app ci sono degli elementi che prendono i dati sensibili degli utenti e li inviano a server non ben identificati. Ovviamente la Grizzly Research non può dichiarare esplicitamente (pena denunce da parte di PDD) che la app di TEMU sia uno spyware (e cioè un virus detto malware che raccoglie dati senza autorizzazione) ma dai test eseguiti tutto porta a credere che lo sia.
Ecco spiegato il motivo per il quale, nonostante sia in perenne perdita, la PDD sopravvive. Non vende oggetti scadenti ma i vostri dati. Insomma belli i prezzi bassissimi, bella la scelta infinita di oggetti che si possono comprare, bello il fatto che arrivino presto ma tutto questo vale la diffusione incontrollata dei nostri dati sensibili?