In Italia c’è una donna che ha interpretato alla lettera il modo di dire: “questa casa non è un albergo!”. Ciò che è successo fa riflettere.
Sbaglia chi vede in questo un gesto di cattiveria di una madre nei confronti dei figli. L’intento è ben diverso.
A casa con mammà? No, grazie!
E’ diventata immediatamente virale la notizia, lanciata da La Provincia Pavese, che riguarda una sentenza emessa dalla giudice Simona Caterbi del Tribunale della città lombarda. Entro il 18 dicembre 2023 due uomini adulti, 42 e 40 anni, dovranno lasciare la loro casa e trovare una nuova sistemazione. E’ stata infatti accolta e resa definitiva la richiesta di sfratto avanzata dalla proprietaria di casa. Nulla di particolarmente sconvolgente se non fosse che la proprietaria di casa é la loro madre.
Nella terra dei “mammoni” (anche se, in moltissimi casi, restare a casa dei genitori è una necessità) accade anche che una madre arrivi ad un livello di esasperazione tale da dover portare in tribunale i suoi stessi figli.
I fatti
I nomi dei protagonisti non sono stati resi noti quindi, per comodità, useremo dei nomi fittizi. Anna è una donna di 75 anni che ha due figli, Biagio e Claudio, di 42 e 40 anni. A seguito della separazione di Anna dal marito questi lascia la casa familiare ed Anna si trova a vivere sola con i suoi figli. Non ci sono particolari problemi economici in famiglia ma i due figli fanno fatica a trovare dei lavori stabili e ben retribuiti. Dopo anni finalmente trovano occupazione ed Anna si aspetta che che Biagio e Claudio lascino il nido. Ma ciò non accade. Anzi! I due non solo non vanno via di casa ma portano la madre all’esasperazione: non contribuiscono minimamente alle spese di casa e non aiutano nelle faccende domestiche. Addirittura tornavano a casa regolarmente a notte fonda lasciando tutte le loro cose in giro.
La sentenza
A questo punto Anna, sfinita, si rivolge al tribunale che le da ragione. La sentenza infatti stabilisce che, posto che resta inviolabile l’obbligo di assistenza nei confronti dei figli, anche adulti, fino a quando non riescano a raggiungere l’indipendenza quando questa però viene raggiunta l’obbligo decade e dunque il genitore ha tutto il diritto di mandarli via di casa e di smettere di accudirli.
La notizia della sentenza ha immediatamente suscitato dibattiti: c’è chi condanna il gesto della madre giudicandolo troppo forte e cattivo, altri invece ritengono giusto che la mamma abbia dato un metaforico calcio nel sedere ai figli per spingerli a diventare autonomi. Ed in effetti noi ci sentiamo di sposare la seconda linea di pensiero. E’ infatti compito di ogni genitore insegnare ai propri figli il concetto fondamentale dell’indipendenza.
Proteggerli, tenerli stretti a sé non solo è un atto profondamente egoistico ma anche potenzialmente pericoloso perché quando i genitori non ci saranno più i figli si troveranno spaesati ed inadatti alla vita. Dunque ben vengano le mamme chiocce ed accoglienti che però siano anche in grado di insegnare ai figli ad essere liberi ed autonomi.