E’ in ospedale Katherine Alvarez, soccorsa dal personale del 118, dopo che ieri si è “punita”, perchè la bimba non si trova, con un gesto autolesionistico.
Un post su Facebook, il dolore straziante di una madre che non riesce a ritrovare la sua bambina, poi il gesto autolesionistico già ripetuto in passato e la corsa in ospedale.
A Firenze dove ancora vive, la Alvarez al limite della sopportazione del dolore umano ha ingerito della candeggina, sembrerebbe questa essere la prima ricostruzione.
Nessuno spiraglio, la bimba non si trova a cinque mesi dalla scopmparsa
Un pomeriggio come tanti, quello del 10 novembre a Firenze, non certo, però, evidentemente, per la mamma della picoola Kata. Cinque mesi prima, infatti, un triste 10 giugno, l’ora più o meno la stessa dell’estremo gesto di Katherine Alvarez, la piccola Kata scompariva letteralmente dall’abitazione familiare per non essere più ritrovata.
Scomparsa letteralmente perché, nonostante nell’Hotel Astor ci fossero telecamere di sorveglianza, della bimba che gioca in cortile non vi è traccia. Sembrerebbe, addirittura, mai essersi allontanata dalla struttura. L’Hotel Astor si trova a Firenze in via Marigliano. Sarebbe meglio dire l’ex Hotel Astor, infatti, nell’ormai abbandonata struttura di quello che è l’Astor, si sono insediate in maniera abusiva una serie di famiglie andando a formare quasi una comunità.
A cinque mesi dalla scomparsa dell’hotel Astor rimane solo la struttura abbandonata e fatiscente, la scomparsa della bimba ha portato alla luce una triste vicenda. Famiglie intere si parla di 54 persone e 19 minori che occupavano abusivamente la struttura erano, forse, vittime del racket degli affitti. Nella struttura di via Marigliano gli affitti per una stanza si aggirano intorno agli 800 euro senza bagno, cifre quasi raddoppiate per una stanza che avesse il bagno.
Proprio intorno a questo giro di malaffare si sono mosse e continuano a muoversi le indagini relative alla scomparsa della piccola Kata una bimba innocente di 5 anni. Rapita, forse a scopo di estorsione, rapimento come monito da parte di criminali o, forse, purtroppo, anche da parte di familiari più sretti.
Le indagini vanno ancora avanti e non ci sono dati certi. L’unica certezza in questa triste storia è il dolore di una mamma. Una madre che, forse, sa. Si interrogano, infatti, in queste ore le procure e le forze dell’ordine viste vecchie dichiarazioni e il gesto estremo, quale è il tentato suicidio, riprovato dalla Alvarez.
Le indagini tra racket degli affitti e vendette trasversali
Una mamma che prima di ingerire candeggina per togliersi la vita scrive su Facebook: “Ogni giorno chiedo a Dio che si prenda cura di te, ovunque tu sia”. “Perdonami per non esser stata attenta in quel momento”.
La Procura, con i pm Christine Von Borries e Giuseppe Ledda, continua la propria indagine per far luce sulla vicenda. Continuano i sopralluoghi nella struttura in via Marigliano e si continua ad indagare nel contesto dei familiari stretti e delle persone che erano presenti al momento della scomparsa e dell’allarme nell’ex hotel Astor.
Si continuano a sentire testimoni e potenziali indagati. Nei giorni scorsi ancora una volta è stato convocato Carlos De La Colina, il peruviano “capo“ degli occupanti sudamericani dell’Astor. Si continua ad interrogare anche l’ormai detenuto Abel Argenis detto Dominique, legato all’inchiesta sul racket degli affitti.
Una delle ipotesi in campo, infatti, sembra restare quella di una vendetta verso la famiglia perpetratasi ai danni della piccola Kata. Oggi, a cinque mesi dalla scomparsa e la bimba che non si trova, i riflettori sembrano affievolirsi su questa triste e straziante storia, gli occupanti dell’ex Astor ricollocati in nuovi alloggi, a cura dei servizi sociali del comune di Firenze, le forze politiche che plaudono e le persone, seppur indignate, ritornate alla loro vita di sempre.
Per la piccola Kata e per sua mamma, Katherine Alvarez, la vita, però, non è più la stessa e si trascina avanti in un dolore che nessuno può nemmeno immaginare.