Ma quale Intelligenza Artificiale; è solo una questione di soldi e genio umano

Intelligenza Artificiale: avanti tutta, la fine del mondo è rinviata. Titolo invero estremamente mediatico, di quelli acchiappa “click”; eppure non così lontano dalla verità.

Intelligenza artificiale
Sam Altman, Ceo di OpenAI – Photo web source

La cacciata del guru della I.A., Sam Altman, mente di Open AI (la società americana che sta implementando lo sviluppo dell’intelligenza artificiale) è stato un autogol: gli investitori hanno preteso il ritorno del brillante (ex?) presidente a tempo di record.

Apocalittici e integrati

Il ritorno a furor di popolo di Altman significa che gli Integrati (per ora) stanno vincendo, decretando la sconfitta degli Apocalittici: la fine del mondo per mano della I.A. è rinviata a data da destinarsi. Il pericolo paventato dagli ultra-scettici è la marginalizzazione dell’essere umano, con l’I.A. sempre più padrona del suo e del nostro destino: le sirene suonano in sordina, temendo pur sempre che i robot (un domani) possano rivoltarsi contro la nostra specie.

“Preferirei un ritorno dei Nazisti al potere piuttosto che un mondo governato da un’intelligenza artificiale maligna”: frase emblematica, oltre che di un’idiozia sesquipedale; a pronunciarla, qualche mese fa, Emmet Shear, l’amministratore delegato più veloce della storia (al vertice di Open AI è durato un solo giorno).

In generale, più che uno scontro tra apocalittici e integrati ( sì caro al vecchio maestro della semiotica, Umberto Eco), è stata una vittoria del vil denaro, “sterco del dimonio”:  gli investitori della società stavano subendo troppe perdite, la cacciata di Altman si stava rivelando un boomerang finanziario.

Tutto va bene madama la marchesa

E dunque, chè temere? Tutto va ben, madama Intelligenza, di Artificial v’è poco: è il denaro a dettar strofa e norma, il progresso tecnologico è (e sarà) inarrestabile, per una ragione semplicissima e poi evidente: tutto andrà bene, perché è sempre andata così. Forse che finì il mondo con Gutenberg e la stampa? Oppure con Henry Ford e le automobili? E la rete Internet e gli smartphone, signora mia? Hanno forse ha decretato la nostra fine? Perchè dunque dovrebbe accadere adesso con l’I.A.? E pazienza se gli stessi inventori, i novelli Frankenstein delle reti neurali, temono che la Creatura possa ribellarsi al suo Creatore: apocalittici inside, menagrami e disfattisti!

Quel che è certo, è che nessuno al mondo sa come finirà, se come in Terminator (e allora auguri!) oppure come in Io, robot del genio Asimov: se una new era inizierà, figlia dell’abbondanza (come dice Sam Altman), ricorderemo questi giorni come fausti e dorati;  se le macchine avranno preso il sopravvento, ricorderemo afflitti le parole di  Geoff Hinton, padre dell’I.A.:“La domanda da farci è: come evitiamo che le macchine prendano il controllo del mondo?”. Ad oggi nessuno possiede la risposta. 

Intelligenza artificiale
Una scena di Io Robot – Photo web source

Follow the money

La verità è che i money, gli “sghei”, hanno vinto ancora una volta: il ritorno di Altman, del guru arci-integrato, è semplicemente figlio dei soldi; lo sviluppo tecnologico genera profitti a nove zeri e nessuno può ignorare questo volano economico. Open AI è l’ennesima gallina dalle uova d’oro, una matrioska di possibilità con al centro l’unica vera intelligenza che può fare (ancora) la differenza: quella umana. La vera incognita è capire se (e come) sprecheremo questa ennesima possibilità per rendere il mondo un posto migliore. Oppure no?

 

 

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