Ci siamo il nuovo contratto collettivo per il pubblico impiego è realtà. L’accordo siglato dal Congresso di Stato e le organizzazioni sindacali stabiliscono i termini fino al 2024.
Dopo un confronto serio le parti in causa hanno trovato un accordo che da vita al nuovo contratto collettivo per il pubblico impego. Molte le novità introdotte.
Le novità introdotte riguardano le tutele dei lavoratori. Si vuole salvaguardare, infatti, il benessere lavorativo, il welfare e il sistema assistenziale degli stessi.
Nuovo contratto collettivo nell’ottica della famiglia e del benessere lavorativo
Un confronto leale e serio ha visto le organizzazioni sindacali confrontarsi con il Congresso di Stato per giungere all’approvazione del nuovo contratto lavorativo che riguarda i lavoratori del pubblico impiego. Con il lavoro e la mediazione dei Segretari di Stato Teodoro Lonfernini, Gian Nicola Berti, Marco gatti, Andrea Bellussi e Mariella Mularoni si è giunti a quello che sembra essere, sotto ogni aspetto, un nuovo contratto che guarda molto ai lavoratori.
Sono molte le novità introdotte messe nere su bianco e discusse con le organiazzazioni sindacali. Si tratta di un risultato ottimale raggiungo con modalità di sistema altrettanto compiacenti. Ci sono temi che, naturalemente, al momento, sono rimasti fuori dalla contrattazione ma verso i quali, i membri del Congresso, si dicono fiduciosi facendo emergere la loro chiara volontà di giungere a risultati condivisi anche sui temi prossimi oggetto di discussione.
Tra le principali novità, davvero significative quelle che riguardano il benessere lavorativo e la famiglia.
In questo campo tra le novità introdotte c’è la flessibilità sia in entrata che in uscita dal posto di lavoro. Si tratta della possibilità di ritardare l’ingresso dalle 8:00 alle 8:30 con la possibilità di recuperare a fine giornata. Per quanto riguarda il personale già dipendente è previsto il ricorso al part-time. Questo nell’eventualità in cui i lavoratori abbiano all’interno del loro nucleo familiare minori o persone con disabilità o per altri eventuali gravi motivi familiari.
Tra le novità più spazio alla meritocrazia
Previsto il part-time anche nei casi post-partum, in questa circostanza si potrà ricorrere a 18, 24 o 30 ore settimanali come impiego a mezzo termine. Anche per quanto riguarda i congedi parentali (ex aspettativa) sono state introdotte alcune novità. Anche queste muovono sempre nella direzione di favorire la famiglia e la possibilità del dipendente di venire incontro alle esigenze dei propri cari e di godersi di più e meglio il loro affetto.
Altra novità sostanziale quella che riguarda flessibilità, straordinari e reperibilità. Il monte annuale di ore da dedicare alla flessibilità ed agli straordinari sarà di 140. Ci sarà la doppia distinzione tra flessibilità programmata a recupero (annuale o semestrale) e flessibilità straordinaria a recupero alla pari delle ore in eccedenza entro 8 mesi.
Ampio spazio anche alla meritocrazia. La valutazione delle prestazioni del dipendente, infatti, con la conseguente valorizzazione del merito, avverrà annualmente in capo al consiglio di dipartimento.
Sarà il dipendente in primis a compilare una scheda di autovalutazione da confrontarsi poi con il dirigente. Nel colloquio il dipendente portrà far inserire proprie osservazioni e qualora non fosse d’accordo con la valutazione potrà impugnare la stessa davanti alla commissionei di pubblico impiego.
Novità importanti sulla retribuzione sono state previste dal nuovo contratto collettivo per il pubblico impiego. Il “salario d’accesso”, infatti, durerà al massimo 12 mesi contro i 24 previsti attualmente. La retribuzione mensile dello stesso sarà pari al piede retributivo decurtato del 15% per il primo semestre e del 10% per il secondo semestre.