Sport e abusi, quando il gioco diventa un supplizio

Giovani ed abusi. Un tema scottante, che coinvolge la società nel suo insieme: anche il mondo dello sport ne è ovviamente parte, ed il fenomeno riguarda anche i settori giovanili delle varie discipline sportive.

Giovani calciatori – Photo web source

Nel settore giovanile calcistico, solo nell’ultimo anno, sono state oltre cento le segnalazioni di abusi: ed intorno a questa cifra ruota un mondo, uno scenario complesso, connesso al bullismo e al cyberbullismo.

Calci e pallone

Le segnalazioni dei vari episodi di violenze ed abusi compiuti nei settori giovanili non sempre arrivano all’orecchio della FIGC: la Federcalcio italiana ha però espresso preoccupazione per i numeri del fenomeno, in netta crescita. Soltanto nell’ultimo trimestre, da quando ha preso l’abbrivio la stagione calcistica, si sono registrati 100 esposti: la maggioranza per fortuna è legata ad eventi di lieve entità, di carattere emotivo/psicologico. Ma non mancano casi di lesioni e veri e propri abusi: oltre al bullismo/cyberbullismo, diverse posson difatti essere le tipologie di abuso: fisico, psicologico, sessuale. Il Settore giovanile della Federazione solitamente è attento alla cura dei vivai, vigilando sulla serenità ed incolumità psicofisica dei giovani atleti: la parola d’ordine è prevenzione.

Nuova prospettiva

Parlare di tutela di bambini ed adolescenti significa innanzitutto cambiare prospettiva: al giorno d’oggi risulta necessaria l’adozione di una strategia tesa a prevenire l’abuso, non guardando alle sole problematiche legali, ma cercando di sviluppare positivamente l’ambiente circostante, attraverso un attento lavoro sulle basi relazionali che si instaurano tra i giovanissimi. Perchè fare sport, per i ragazzi, deve essere una sana occasione di crescita personale, su base individuale e collettiva: “I giovani devono vivere un’esperienza sana e sicura”, sottolinea difatti il segretario del Settore giovanile FIGC, Vito di Gioia.

Auspicabile che l’ambiente del calcio giovanile diventi uno spazio morbido, capace di accogliere la crescita dei ragazzi, di smussare gli spigoli della competizione più accanita, di azzerare rischi intrecciati alle prevaricazioni, alle ambiguità.

La Sede della FIGC – Photo web source

Bullismo e Cyberbullismo

Un semplice smartphone, acceso in uno spogliatoio, può divenire la miccia per far divampare un incendio: una foto, un video (magari anche inconsapevolmente postato) possono scatenare una ridda di conseguenze, psicofisiche, individuali e legali. Molestie, atti persecutori, dileggi e veri e propri atti lesivi ai danni dei ragazzi, specialmente dei più sensibili, possono determinare dinamiche tossiche per l’evoluzione adolescenziale.      In linea generale, la casistica delle vessazioni può comprendere: rimproveri eccessivi, emarginazioni ed umiliazioni dei tecnici nei confronti dei piccoli giocatori; minacce e violenze fisiche tra gli stessi ragazzi o fra allenatori e giovani atleti; insomma, tutto l’ambiente sportivo deve concorrere al perseguimento di una corretta gestione evolutiva dei soggetti coinvolti.

“In quest’ottica sarà molto importante condividere modalità gestionali, tecniche e relazionali con tutte le società del Settore”, continua Di Gioia,  parlando apertamente di un protocollo gestionale da condividere: attraverso strumenti adatti, bisognerà concretamente valutare gli eventuali rischi per i minori e per gli adulti, selezionando staff idonei, gestendo (ad esempio) le trasferte o contenuti online nel rispetto di specifici codici di condotta. Solo in questo modo si potrò invertire la curva del “disvalore morale e dello svilimento personale”, potenzialmente nociva per tutti nostri ragazzi.

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