Intelligenza Artificiale: arriva il bot più potente di sempre

Gemini è la nuova frontiera dell’Intelligenza Artificiale: lanciato da Google, il nuovo modello diI.A: risulta essere oltremodo performante.

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L’annuncio era nell’aria, anche se le fonti statunitensi parlavano di un ritardo sul lancio, forse per alcuni problemi nello sviluppo del codice sorgente.

Big “G” contro OpenAI

Big G(oogle) ha invece deciso di tener fede alla tabella di marcia e lanciare un chiaro messaggio alla rivale OpenAI. “Gemini” è il modello I.A. più capace e potente di Google, progettato fin dalle sue fondamenta per essere multi-modale, ottimizzato per tre diverse dimensioni: Ultra, Pro e Nano, a seconda della potenza del device che lo ospita.

Sundar Pichai, Ceo di Google e Alphabet, è entusiasta della nuova creatura: nella pratica, l’I.A. può comprendere e produrre contenuti sia testuali che in foto, video e audio, oltre che sviluppare un codice informatico da sé. “Quello di oggi è un traguardo significativo per lo sviluppo dell’IA, forse l’inizio di una nuova era“, prosegue Pichai.

La prima versione di Gemini è stata realizzata per adattarsi e funzionare su dispositivi differenti, dagli smartphone ai data center: questo è il motivo per il quale Google ha distinto tre livelli differenti. Il primo, Ultra, è dedicato a compiti complessi; Gemini Pro può trovare applicazione per attività di media dimensione; Nano invece funzionerà su singoli dispositivi.

Focus sicurezza

Nella realizzazione di Gemini, Google ha voluto mantenere alto il focus sulla sicurezza: per questo in ogni fase del suo sviluppo, gli sviluppatori hanno preso in considerazione una serie di rischi potenziali, lavorando per prevenire possibili problemi applicativi. Già da domani il chatbot Bard utilizzerà una versione dedicata di Gemini Pro per ragionamenti avanzati: sarà disponibile in inglese in più di 170 paesi e territori, con la previsione di aggiungere ulteriori lingue a partire dai prossimi mesi. In più, Google porterà Gemini anche su Pixel 8 Pro, il suo smartphone di punta, Gboard e WhatsApp; nel 2024 poi, Gemini sarà disponibile su più prodotti e servizi Google, tra cui ricerca, Chrome e videochat.

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Il futuro che ci aspetta

Lo sviluppo dell’I.A. pone da sempre interrogativi etici e morali: più si perfeziona il bot, maggiori saranno i rischi connessi al suo utilizzo. E basti pensare, in primis, alle conseguenze di un uso indiscriminato di questa tecnologia sì avanzata, con impatti “devastanti” sul mondo del lavoro: quante figure professionali saranno letteralmente cancellate dalla diffusione dell’I.A.? Ma tutto questo potrebbe essere “normale”, rientrando nel meccanismo evolutivo della technè umana: del resto anche la macchina tessile e la locomotiva a vapore sostituirono l’organico e la forza lavoro dell’uomo, no?

Forse il vero problema sarà la presa di coscienza (in futuro) delle macchine: di certo una locomotiva non ha mai cercato di prendere il controllo di missili a testata nucleare, scatenando un (eventuale) armageddon sul mondo: potrà dirsi la stessa cosa dell’I.A.? Non resta che attendere.

 

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