Una storia che ha dell’assurdo al solo raccontarla ma che, purtroppo, è accaduta. Quello che ci domandiamo è come sia stato possibile.
Nessuno se ne è accorto? Lei che insegna ma non ha alcun titolo di studio o altro per farlo. Questo è quello che è accaduto in una scuola di Como.
La docente ha insegnato per quasi 20 anni ma non aveva né titolo né facoltà. Vediamo insieme cosa è successo.
Una falsa insegnante scoperta
Una storia assurda che ha dell’incredibile e che, al tempo stesso, dà uno schiaffo in faccia ai tanti docenti precari che affollano, inesorabilmente, le tantissime graduatorie scolastiche di ogni ordine e grado. Lei era una docente di inglese e tedesco ma, in realtà, non aveva né titolo di studio né tantomeno un diploma per farlo.
Possiamo dire che era “un’insegnante abusiva”. Come è stato possibile tutto questo e che, nel giro di 20 anni di insegnamento, nessuno se ne sia accorto? Questo è quello che in tanti vogliono scoprire, a partire proprio dal Ministero dell’Istruzione. L’insegnante, dal 2003, aveva ottenuto delle supplenze per insegnare inglese e tedesco nei licei.
Ma, come dicevamo all’inizio, non aveva né il diploma né la laurea per esercitare la sua professione: soltanto la terza media. Come faceva ad attestare “le sue competenze alle scuole”? Nella maniera più semplice possibile, ovvero fornendo certificati falsi. In tutto il suo periodo di insegnamento ha, comunque, incassato lo stipendio sia dal Ministero delle finanze quanto anche, in minima parte, dagli stessi istituti dove insegnava.
Non aveva né laurea né diploma, ma insegnava
Adesso è arrivato il conto salatissimo: la docente è stata condannata dalla Corte dei Conti della Lombardia a restituire 247.673,41 euro. Il tutto ha inizio nel marzo 2020, quando il dirigente scolastico di un istituto tecnico di Como ha controllato le dichiarazioni presentate dalla donna per l’incarico iniziato un mese prima in qualità di “docente laureato della scuola secondaria di secondo grado”.
Dalle verifiche in merito ne è emerso che la docente, di 49 anni, non si è mai laureata in Lingue e letterature straniere moderne alla Iulm di Milano, poiché è “incorsa nella decadenza dalla qualità di studente per non aver effettuato il numero minimo di esami nel periodo temporale prescritto dal regolamento”.
C’è dell’altro: la donna non ha nemmeno conseguito il diploma magistrale alla scuola paritaria “Matilde di Canossa” di Como, come da lei stessa dichiarato. Immediata è scattata la denuncia alla Procura e, anche, l’Ufficio scolastico provinciale di Como ha segnalato il caso alla Corte dei Conti della Lombardia.
La donna è stata quindi condannata, dopo diversi accertamenti circa le supplenze falsamente ottenute e, anche, con i relativi stipendi, a restituire la somma di 249.739,68 euro, denaro che non le spettava.