Sembra un pozzo senza fondo l’inchiesta su quello che è stato denominato lo scandalo dossieraggio. Ulteriori particolari emergono e tirano in ballo San Marino.
Si indaga a 365 gradi su quello che Pasquale Striano, il tenente della Guardia di Finanza in servizio alla Procura nazionale antimafia, avrebbe tirto fuori in maniera illeggittima.
L’indagine vede coinvolta la Procura di Perugia con Raffaele Cantone, si indaga su Striano e suoi complici, su potenziali mandatari e su eventuali crimini che siano emersi.
Scandalo dossieraggio: l’input di indagare sulla Lega sarebbe arrivato da San Marino
Un tenente della Guardia di Finanza, Pasquale Striano, in servizio alla procura nazionale antimafia, dal 2019 al 2022 avrebbe scaricato ben 33.528 file dalle banche dati della Direzione Nazionale Antimafia. Tutti in maniera illeggittima, senza nessuna indagine in corso, persone, personaggi, fatti, “spiati” indebitamente.
Accessi che non avevano nessuna ragione di esistere. Circa 50.000 invece i file visionati dal tenente. Sarebbero 1.123, poi, le persone visionate sulla banca dati Serpico, sistema dell’Agenzia delle Entrate in cui confluiscono le dichiarazioni dei redditi.
Una figura davvero controversa quella di Pasquale Striano. Dalle sue dichiarazioni di questi giorni emergono particolari importanti sull’inchiesta ma anche sulla sua persona. Si definisce una sorta di vittima il tenente delle fiamme gialle, spione, pasticcione ma per conto terzi.
Tutto fatto “per amor di giustizia”, “per fare le indagini come si deve” – e ancora – “con metodi non ortodossi” “alla carlona”, queste solo alcune significative battute pronunciate dallo Striano in queste ore convulse.
A far scalpore a sollevare un ulteriore polverone, in queste ore, anche la Repubblica di San Marino, tarata in ballo, nei confronti del dossier sulla Lega. Eh si perché tra i file scaricati, i personaggi visionati e altre attenzione di Striano e dei suoi complici, ci sono anche i fondi spesi dalla Lega ed altre attività.
Il Procuratore Cantone garantisce approfondimenti
Il procuratore di Perugia, Raffaele Cantone, a chi glielo chiedeva durante l’audizione in commissione parlamentare antimafia, ha sottolineato come da quella sorta di diario di tutte le pratiche del tenente delle fiamme gialle, alcuni temi come, appunto, l’attività sui fondi della Lega, saranno oggetto di approfondimento.
Per Pasquale Striano, però, la sua attività viene indicata come normale procedura anche su richiesta di terzi. Il tenente, infatti, afferma che lui svolgeva semplicemente il suo compito, facendo ciò che gli venisse chiesto.
Sui fondi della Lega, ad esempio, afferma che la Banca d’Italia tramite altri istituti bancari stranieri, avrebbe chiesto di indagare. Per altri istituti stranieri Striano specifica come si trattasse dell’Agenzia di informazione finanziaria della Repubblica di San Marino.
L’input, insomma, dal monte Titano, come dichiarato dal tenente della Guardia di Finanza a “La Verità”. Per Striano l’input era bello corposo di quelli da tenere in considerazione.
Dal Titano, intanto, sempre a mezzo stampa, arrivano le prime considerazioni e le prime dichiarazioni. Il Segretario di Stato Federico Pedini Amati, membro del CCR, afferma: “Apprendo dalla stampa di questa notizia che, se confermata, sarebbe gravissima. Bisognerebbe capire perché è stata chiesta questa informativa da San Marino. In ogni caso occorre fare piena luce sulla vicenda. Mi auguro venga smentita quanto prima”