Basilica di Vitruvio: la scoperta del secolo potrebbe essere a Fano

Un tesoro archeologico che si ricercava da secoli, almeno dal tempo rinascimentale in cui ci si ispirò alle forme dell’antichità classica per la costruzione di ville e palazzi pubblici. Per alcuni si tratta di qualcosa che assomiglia al Santo Graal degli archeologi.

basilica vitruvio
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La Basilica di Vitruvio, un tesoro di un valore a dir poco inestimabile, è stata incredibilmente ritrovata a Fano. Ma ad affermare che si trovasse lì, nascosta da qualche parte della cittadina marittima marchigiana, era stato lo stesso Vitruvio nel quinto libro del suo “De Architectura”.

Da decenni gli studiosi la cercavano a Fano

Tuttavia, erano decenni che gli studiosi e gli archeologi si domandavano dove, effettivamente, fosse situata, e per questa ragione in molteplici occasioni sono state riportate in superficie le rovine della antica Fanum Fortunae.

Così, finalmente, il grande tesoro potrebbe essere stato scoperto. Prima di lui erano stati individuati il teatro e l’anfiteatro, entrambi all’interno delle mure, e poi oltre a loro delle domus, un augusteum, l’acquedotto, le strade basolate e un grande edificio templare. Per molti decenni, più di un secolo, si pensava che fosse quest’ultimo la stessa Basilica vitruviana, ma recenti indagini smentirono questa ipotesi.

Così sono proseguite le ricerche, arrivate fino ad oggi, all’ultima ipotesi di identificazione che pare qualcosa in più di un’ipotesi, nonostante le tante precauzioni che ancora oggi gli esperti invitano a tenere. L’idea era già insita tuttavia nei lavori stessi, eseguiti sotto il controllo della Soprintendenza di Ancona e grazie alla consapevolezza che si trattasse, di fatto, di una zona archeologicamente interessante.

Un ritrovamento unico nelle Marche e con pochi eguali in Italia

Il ritrovamento è così qualcosa di unico nelle Marche, ma anche a livelli nazionale siamo a qualcosa di eguagliabile solamente da pochi altri esemplari. I primi segni emersi sono stati una equela di ambienti pavimentati con marmi preziosi di importazione, pavonazzo e cipollino, provenienti da Grecia e Turchia, gli stessi che decoravano anche le pareti su cui sono ancora affisse due grappette di bronzo.

Poi, orme di colonne poggianti su muri spessi un metro e mezzo, di cui restano ovine di 2 metri di altezza e che fanno pensare a un’edificio costruito su due piani. L’area interessata è, non a caso, quella del foro romano, in cui erano situati gli edifici cittadini più importanti, tra cui la Basilica di Vitruvio, un’opera a dir poco eccezionale per composizione, tecnica costruttiva e per l’ordine delle gigantesche colonne.

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L’entusiasmo è palpabile fin dalle prime ore, e in seguito confermato dai numerosi esperti che giorno dopo giorno si sono affacciati sul luogo del ritrovamento. Tra cui la funzionaria della Soprintendenza Archeologica delle Marche Ilaria Venanzoni. “Ovviamente non possiamo ancora essere del tutto certi di aver ritrovato la Basilica di Vitruvio, ma dai riscontri finora effettuati possiamo dire che siamo sulla buona strada“, è stato il primo commento di Venanzoni su quella che viene già descritta come la scoperta del secolo.

“Una parola definitiva potrà pronunciarsi quando gli scavi saranno estesi su tutta l’area scoperta che delimita l’edificio. Allora si saprà se veramente avremo individuato i resti di una costruzione, la cui fama si è sparsa in tutto il mondo”.

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