In questi giorni si è tornato a parlare del Ponte sullo Stretto di Messina, e stando a quanto approvato dal governo pare che questa possa essere davvero la volta buona. Ecco che cosa si prevede nel progetto in cantiere del Governo.
Piloni da 400 metri e l’inizio dei lavori entro il 2024, cinque anni per la realizzazione e sette miliardi i costi. Sono solo alcuni degli aspetti principali del progetto del progetto del Ponte sullo Stretto di Messina che riparte dal 2011, ma con una differenza. In questo caso è prevista una sola campata da 3,3 chilometri.
Il piano del governo per il Ponte sullo Stretto
Il governo è infatti andato a recuperare la Società Stretto di Messina dalla liquidazione, rendendola una società in house partecipata da Anas, Regione Calabria e Regione Sicilia insieme al ministero dell’Economia e da quello delle Infrastrutture, per una concessione che avrà una durata trentennale e la riattivazione del contratto che era decaduto, attraverso la firma di atti aggiuntivi.
Il cronoprogramma parla chiaro, le intenzioni sono quelle di andare in esecuzione entro il 31 luglio 2024. Di fatto sarebbe questa, nell’ottica del Governo, la data di inizio dei lavori. Resta tuttavia il nodo dei finanziamenti per quello che si presenta come il ponte strallato più lungo al mondo, e già da questi giorni l’esecutivo ha iniziato la lunga ricerca delle risorse.
Il leader della Lega Matteo Salvini si è rivolto al vertice della Banca europea degli investimenti, anche perché il primo grande scoglio è dovuto al fatto che le normative Ue sulla concorrenza potrebbero confliggere con l’idea di utilizzare la società già esistente, più precisamente in liquidazione da dieci anni. In questo caso, a rischio finirebbero la possibilità di usare per l’opera i fondi del Pnrr.
I vari nodi in campo, tra i finanziamenti e i rilievi dei tecnici
Per quanto riguarda invece il progetto dal punto di vista tecnico, i piloni dovranno essere alti fino a 400 metri, e il ponte andrebbe costruito lontano sia da Messina che da Reggio Calabria, ovvero nel punto meno esteso dello Stretto. Un altro grande scoglio è quello dei rischi sismici della zona, del fatto che con i venti forti il ponte sarebbe inagibile e che le temperature che si generano in fase di presa del calcestruzzo presenterebbero incertezze riguardanti le fondazioni dei pilastri.
La soluzione alternativa, qualora uno di questi problemi risulterebbe insuperabile, potrebbe essere quella di realizzare un ponte sospeso ancora più lungo che colleghi le due città, in questo caso a tre campate e non più ad una. Anche qui, i più critici parlano di pendici che potrebbero risultare geologicamente instabili. Il resto è allo studio del governo, insieme anche a un approfondimento sulla profittabilità economica dell’opera, che tuttavia tira dritto e punta a trovare una soluzione entro il prossimo anno. Soluzione che porterebbe a un indotto significativo e anche alla creazione di un numero di posti di lavoro che, per il sud, potrebbe rappresentare una grande opportunità.