Farina degli insetti: Fuori da pasta e pizza | La tutela del made in Italy

L’Unione europea ha da poco dato l’autorizzazione alla vendita di farina di insetti anche qui da noi. Farina come quella di grillo, la farina Alphitobius diaperinus (larve), la farina di Tenebrio molitor (tarme) e la farina di Locusta migratoria potrebbero finire sulle nostre tavole.

Non direttamente magari ma la farina, dopotutto, è uno degli ingredienti chiave per la produzione di altri alimenti elaborati.

Farina degli insetti e pizza

Il rischio che queste farine di insetti possano finire, dunque, nella pasta o addirittura nella pizza, oltre che in pane, biscotti e dolci, è più che mai presente. L’Italia corre ai ripari con quattro decreti, uno per ogni tipo di farina, per cercare di regolamentare al vendita.

Naturalmente si tratta di cibi certificati, la cui vendita è stata approvata dopo una serie di analisi e valutazioni anche scientifiche. Il governo italiano, però, mediante appositi scaffali nei punti vendita ed etichette con indicazioni chiare vuole regolamentare ancora di più tali vendite rendendo consapevoli fino in fondo i consumatori di cosa portano sulle loro tavole.

La farina di insetti fuori da pasta e pizza?

Una delle preoccupazioni maggiori è proprio quella di tutelare il made in italy. Non a caso uno dei tre ministeri firmatari dei decreti è proprio il ministro al made in italy  Adolfo Urso. Proprio per questo il dibattito tra i politici è più acceso che mai e l’intento è quello di evitare che tali farine possano finire nella produzione di pasta e, soprattutto, di pizza.

Con la firma dei decreti, però, ora la decisione spetta a Bruxelles, è il Parlamento Europeo, infatti, che ha tre mesi di tempo per pronunciarsi in maniera favorevole o meno. Vige, ovviamente, la regola del silenzio assenso per cui tra tre mesi i decreti italiani salvo sorprese dell’ultima ora dovrebbero andare in vigore. Anche perché non sono decreti che vanno nella direzione di limitare tali vendite ma solo di regolamentarne la vendita.

Se il made in italy può essere a rischio o meno è, forse, l’argomento più gettonato e sul quale si è espresso anche il professor Agostino Macrì , già direttore del Dipartimento di Sanità Alimentare dell’Istituto Superiore di Sanità e consulente per la sicurezza alimentare dell’Unione Nazionale Consumatori.

Farina degli insetti
Allevamento di insetti per la produzione di farine – web source photo –

Per Macrì, infatti, bisogna specificare bene quando si parla di made in italy. Gli unici veri prodotti fatti in Italia sono rappresentati dai prodotti DOP come: il parmigiano reggiano, il grana padano o il provolone, realizzati interamente con materie prime italiane. Tanti altri prodotti, invece, cosiddetti made in italy, ad esempio la mortadella di Bologna o la bresaola della Valtellina sono prodotti in Italia, ma le materie prime sono di importazione.

Consumiamo già prodotti a base di insetti

Anche sulla pericolosità o sull’opportunità (a seconda di come la si vuole pensare) di consumare farina di insetti il professore Macrì è stato molto chiaro. Nel mondo, oggi, si consumano più di 1900 specie d’insetti.

Sul consumo, più o meno consapevole, di questi insetti è tutto da discutere. Basti pensare che il colorante la cui sigla è E120 il classico colorante rosso che possiamo trovare all’interno dello yogurt ai frutti rossi, al succo d’arancia rosso o alle caramelle gommose è prodotto da un insetto.

E’ tramite l’essiccazione della cocciniglia, un piccolissimo insetto appartenente alla stessa famiglia della coccinella, insieme ad altri procedimenti, a permettere di ottenere il colorante E120.

Per quanto riguarda dunque la pericolosità legata, al consumo di farina di insetti, questa sarebbe da escludere. Per ottenere la farina di grilli, ad esempio, basti pensare che, nel mondo, c’è un solo produttore autorizzato alla vendita il Cricket One del Vietnam. Questo perché i grilli (o meglio le larve dei grilli) vengono allevati in un certo modo per poi passare attraverso tutta una serie di processi per poi diventare una farina a tutti gli effetti.

Farina di grillo
Farina di grillo prodotta da Cricket One – web source photo –

Perché si produce farina di insetti

Tra l’altro queste farine sono talmente ricche di proteine che dovrebbero servire come alternativa al consumo di carne bovina. La media è del  65% di proteine ad alto valore biologico. Farine ricche di fibre, calcio, vitamina B12, ferro, fosforo e sodio.

In questo modo si potrebbe dare una mano al clima. Gli allevamenti bovini sono uno dei principali artefici dei mutamenti climatici mentre con gli allevamenti e la produzione di farina di insetti questo impatto ambientale verrebbe meno.

Che la discussione ed il confronto tra politici ed addetti a lavoro sia in atto non è in dubbio come non è in dubbio che si tratta, almeno, per il momento di un prodotto talmente di nicchia che si regolamenterà da sé. Parliamo di circa 70 euro al chilo per una farina di insetti a fronte dei 2 euro al chilo della classica farina a cui siamo abituati.

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