L’Unione Europea di nuovo a corto di gas | C’è un’altra guerra che incombe

L’Unione Europea sarebbe di nuovo a corto di forniture di gas, a minacciarla stavolta una nuova guerra all’orizzonte che sembra, purtroppo, inevitabile. E’ ancora vivo, intanto, il conflitto russo-ucraino e la sua risoluzione sembra essere sempre più lontana.

Crisi tra Azerbaigian ed Armenia

In questo periodo l’Europa ha dovuto fare i conti con le scarse forniture di gas che hanno finito con l’influenzare il costo dell’energia elettrica e dei carburanti.

L’Unione Europea a corto di gas e non è finita

Causa la guerra tra Russia ed Ucraina e le, conseguenti, risoluzioni dell’Unione Europea che, nel tentativo finora invano, di fare pressioni sul Cremlino ha messo in atto contro Mosca, l’Europa si è trovata suo malgrado a fare i conti con la carenza di forniture di gas.

La Russia è, forse, il paese con più gas naturale nel sottosuolo ed era fino a poco tempo fa il maggior fornitore europeo. Non a caso dalla Russia fino all’Europa era stato costruito un gasdotto: il Nord Stream, appunto, per portare il gas dal Paese di Putin fino al cuore dell’Europa via mare. Le forniture erano talmente grosse da necessitare la costruzione di un secondo gasdotto, mai entrato in funzione però, la guerra e le sanzioni che l’Ue ha previsto nei confronti di Mosca hanno cambiato le carte in tavola.

L’Unione Europea con tutta una serie di pacchetti di sanzioni varate dall’inizio della guerra ad oggi ha man mano vietato l’importazione dalla Russia di gas e petrolio e di tutti i suoi derivati. Per fronteggiare la crisi dovuta alla carenza di gas l’Ue ha, però, dovuto cercare altri partner per importare queste materie indispensabili per l’economia di un Paese.

soldati armeni
Soldati armeni

Nessuna nazione, naturalmente, è stata in grado di sopperire, vendendo da da sola, alle forniture che Mosca aveva nei confronti della comunità europea. Il Parlamento Europeo ha dovuto rivolgersi, quindi, a più partner dai quali poter acquistare gas e petrolio per far fronte alla crisi. Una nuova guerra all’orizzonte, però, che tra l’altro sembra inevitabile, sta mettendo a rischio nuovamente l’approvvigionamento europeo di gas.

La crisi tra Azerbaigian ed Armenia: l’ombra della guerra

Bruxelles aveva, infatti, concluso con l’Azerbaigian un accordo per raddoppiare le forniture di metano. Dagli 8 miliardi di metri cubi registrati negli anni scorsi si sarebbe arrivati di qui a poco a 20 miliardi di metri cubi. Un incremento notevole che, comunque, da solo non avrebbe risolto i problemi dell’Europa.

C’è, però, una crisi mai risolta che rischia di frantumare l’accordo e porre l’Ue dinanzi ad una nuova carenza di gas. Si tratta delle tensioni tra l’Azerbaigian e l’Armenia sul controllo della regione del Nagorno Karabakh. Una crisi, questa, che rischia di degenerare da un momento all’altro. Del resto un conflitto tra le due nazioni non è così lontano. Nel vicino autunno del 2020, infatti, c’è stato uno scontro armato tra le due contendenti, un conflitto che è durato sei settimane e ha causato oltre 7mila vittime.

Ripresa delle ostilità che è avvenuta proprio qualche mese fa. I due eserciti sono venuti di nuovo in contatto lo scorso settembre. Cento morti divisi equamente tra armeni e azeri in uno scontro avvenuto durante uno spostamento di mezzi di artiglieria.

L’ombra della guerra, una nuova preoccupante guerra tra i nostri confini, non è così lontana.  Bruxelles, infatti, ha inviato cento agenti con il compito di monitorare il rispetto del cessate il fuoco.

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