Medjugorje: perché a Pasqua gli italiani hanno scelto la Regina della Pace

Medjugorje si riempie nuovamente di italiani. Un’affluenza inattesa quella registrata nel week-end pasquale nella piccola cittadina della Bosnia dove il 24 giugno del 1981 la Madonna apparve a sei ragazzini.

Medjugorje
Medjugorje

In un momento così particolarmente tormentato da crisi energetica, guerra russo-ucraina e tante altre tensioni politico-economiche, migliaia di italiani hanno deciso di passare le vacanze di Pasqua proprio a Medjugorje.

Medjugorje meta della Pasqua degli italiani

I primi pellegrini ad accorrere a Medjugorje furono proprio gli italiani che per molto tempo hanno costituito lo zoccolo duro delle presenze in questo luogo mariano. Una presenza che negli ultimi anni è andata un po’ scemando fino al crollo definitivo del periodo pandemico. Il cessato allarme ed il ritorno a quella che si vuol definire normalità hanno riacceso così la voglia di partire.

Era da tempo che non si registrava un’affluenza così alta e concentrata in pochi giorni di pellegrini provenienti dal Bel Paese. Single, ragazzi, coppie, famiglie con bambini, gruppi. Sono stati quasi 3.000 gli italiani che hanno soggiornato a Medjugorje nel week-end di Pasqua. Una grande e gradita sorpresa per la parrocchia del piccolo paesino in Bosnia-Erzegovina. Un segno importante in questi tempi così bui.

Cari figli! Questo tempo sia per voi il tempo della preghiera“. Forse quest’ultimo breve ma intenso messaggio lasciato dalla Regina della Pace ha contribuito ad ispirare questa come meta per una “vacanza diversa dalle altre”. Un viaggio dove riposare non solo il corpo ma soprattutto l’anima e lo spirito, dove ricaricare ed alimentare quella speranza che la quotidianità tende sempre più a sottrarci.

Medjugorje - La Statua della Regina della Pace davanti a San Giacomo Maggiore
Medjugorje – La Statua della Regina della Pace davanti alla chiesa di San Giacomo Maggiore

Un luogo di pace

Il piccolo centro bosniaco era salito agli onori della cronaca grazie agli eventi straordinari legati alle apparizione mariane, tutt’ora in atto. Non sta certo a noi disquisire sulla veridicità o meno di queste, fatto è che, alla soglia dei 42 anni dalla prima apparizione, i frutti legati a questo posto sono assolutamente tangibili. Conversioni, guarigioni, vocazioni tutti fatti inconfutabili anche per chi non è avvezzo alle cose spirituali.

Le polemiche e lo scetticismo, soprattutto riguardo ai 6 veggenti, sono innumerevoli e tutti mirano l’aspetto soprattutto economico e personale. Ma quale luogo di preghiera, riconosciuto o meno dalla Santa Chiesa Romana, non ne desta? Chi è stato a Medjugorje ha potuto constatare la povertà del posto, la completa assenza di infrastrutture (il primo ospedale è a Mostar) e come la popolazione viva di poche cose legate all’agricoltura e al turismo religioso.

Una città che si è trovata improvvisamente dall’altra parte della frontiera dopo la fine di una sanguinosa e disumana guerra etnica. Un piccolo fazzoletto di terra croata e quindi cristiana finita così, da oggi a domani, sotto la giurisdizione della Bosnia-Erzegovina a prevalenza musulmana. Qui si vive una situazione paradossale perché i cittadini si sentono croati. Nei grandi eventi sportivi, ad esempio, si tifa Croazia. Durante i mondiali del 2018, quelli vinti dalla Francia proprio contro la Croazia, le vie del paese erano infatti completamente tappezzata di bandiere croate.

Il ponte di Mostar
Il ponte di Mostar bombardato. Il simbolo della guerra Croato-musulmana in Bosnia – Photo web source

Un luogo di preghiera

A Medjugorje, durante quella guerra, si è pregato molto e la speranza era alimentata proprio dalla Regina della Pace. Una pace che qui si respira, quasi si tocca con mano a prescindere dal proprio credo e dalle proprie idee. Chiunque ha avuto la grazia di camminare su questa terra ha avvertito subito qualcosa di speciale.

Milioni sono stati i pellegrini che in questi quasi 42 anni si sono arrampicati, sulla collina della apparizioni (Podbrdo) o sul monte della Croce (Krizevac), portando le proprie sofferenze e le proprie speranze su per quelle rocce. Recitando il Rosario o la Via Crucis a piedi nudi o in ginocchio.

Fiumi di preghiere e di invocazioni, di canti e di lacrime versate. Persone che sono arrivate, anche per caso, da ogni parte del mondo e tornate a casa con qualcosa dentro di diverso, alcune che, invece, non sono più andate via. Si sono fermate costruendosi qui una famiglia o prendendo i voti. Il perché non è scientificamente spiegabile ma clamorosamente tangibile non solo nell’aria ma negli sguardi di chi ti circonda.

Medjugorje Podbordo
La salita sul Podbrdo, la collina delle apparizioni

La pandemia ha bloccato per quasi due anni la possibilità di poter andare in sicurezza in questa località anche per le citate carenze sanitarie. Un luogo santo perché, nonostante le tante dicerie, la famosa commissione d’inchiesta, presieduta dal cardinal Ruini, ha stabilito, nel giugno del 2017, che le prime sette apparizioni avvenute dal 24 giugno al 3 Luglio di quel 1981 sono state eventi soprannaturali.

Rimane il dubbio sulle successive manifestazioni per questo nello stesso anno Papa Francesco inviò a Medjugorje mons. Hoser come Nunzio Apostolico. Dopo due anni il Vaticano ha quindi concesso ufficialmente, a parrocchie e diocesi, la possibilità di effettuare pellegrinaggi a Medjugorje.

Perché Medjugorje

Questo non significa il riconoscimento ma è sicuramente un passo avanti. Il risultato di quella commissione è stato secretato fino al 2020 quando due pubblicazioni, una di Saverio Gaeta e l’altra di David Murgia, riportarono il testo integrale della relazione dei lavori. Successivamente, nel 2021 è stato reso pubblico l’estratto dei verbali.

Medjugorje è un luogo di preghiera, di pace e di grazia non è semplicemente i veggenti o quello che fanno o dicono. Forse per comprenderlo meglio andrebbe cambiato l’approccio a questo tipo di viaggio. L’andare a vedere non il corretto modus. A Medjugorje non c’è niente da vedere. Questa è la raccomandazione di quasi tutte le guide che accompagnano i gruppi. Non stiamo andando in un museo e non c’è niente di ameno da osservare. Soprattutto non stiamo andando a fare un selfie con la Madre di Gesù.

Medjugorje
Sul Krizevac

Medjugorje, lo ripetiamo, è un luogo santo  “Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono Io in mezzo a loro” (Mt 18,20). Basterebbe far tesoro di questa piccola frase per comprendere la potenza spirituale della nostra meta.

Gestione cookie