Una situazione estremamente difficile quella che la regione Emilia Romagna sta vivendo da ieri a causa delle piogge incessanti che si sono abbattute sul territorio.
Fiumi in piena, campagne allagate, persone evacuate. Ma ora, stando alle analisi degli esperti, il pericolo sembra essere un altro, quello delle frane. Il terreno, infatti, non riesce più ad assorbire acqua e sembra voler precipitare a valle.
Sono le province di Ravenna e Bologna ad esser state messe maggiormente in ginocchio. Cerchiamo di capire, nel dettaglio, cosa è successo.
Emilia Romagna: inondazioni e conta dei danni
Nessuno mai avrebbe immaginato una pioggia di questa portata e con questa intensità. Il terrendo, arido e secco dovuto alla mancanza d’acqua troppo mesi, l’ha fatto diventare quasi impenetrabile. La bomba d’acqua che si è riversata in queste zone, non ha dato il tempo alla terra stessa di assorbirla del tutto. Anche i fiumi, in secca o quasi, si sono immediatamente riempiti non riuscendo più a restare negli argini.
Il risultato? L’esondazione e le campagne allagate. Ma non solo. Anche in collina la situazione non è stata delle migliori, poiché anche lì il terreno era arido e secco. E nemmeno qui, le radici degli alberi sono riuscite a mantenere una portata d’acqua così eccessiva e, tutto, è venuto giù a valle.
La regione Emilia Romagna sott’acqua ed ha chiesto al Governo lo stato di emergenza. Sono stati più di 1000 gli interventi dei Vigili del Fuoco. Dopo due giorni di pioggia, la situazione meteo sembra stia migliorando anche se lo stato di attenzione e di allerta resta comunque alto.
Sono state solo 36 ore di acqua ma che hanno scatenato l’impossibile. Le province più colpite sono state quelle di Ravenna e Bologna. Il Governatore della Regione, Bonaccini, si è recato a Faenza e ad Imola, le zone più colpite e, già da due giorni, un’ordinanza regionale ha chiuso tutte le scuole. Sono 15 i corsi d’acqua e i fiumi della regione che hanno superato, nel giro di un giorno e mezzo, il livello di allerta.
Bombe d’acqua e fiumi che straripano
Sono state due le vittime di questa ondata di maltempo, a Fontanelice e Castel Bolognese, e centinaia, ora, sono le persone evacuate o sfollate. C’è chi ha perso tutto, chi ha detto che l’allarme è stato dato troppo tardi. Oggi, però, è il giorno della conta dei danni e del dolore per chi non c’è più, per chi non è sopravvissuto all’ennesima bomba d’acqua di un clima impazzito che si abbatte sull’Italia.
Il Governatore Bonaccini, ieri, ha firmato la richiesta per lo stato di mobilitazione, che è stata accolta dal Governo, e ha già avviato la procedura per la richiesta dello stato di emergenza nazionale.
Come dicevamo, è senza sosta il lavoro dei Vigili del fuoco, dell’Esercito, delle forze dell’ordine e di tanti volontari, che cercano, per quanto possibile, di riportare alla normalità la situazione e di raggiungere anche i centri lontani più isolati e ancora non arrivati nell’accoglienza della Protezione Civile.
Oggi ancora allerta rossa
Diverse le ordinanze per mettere in guardia ed in salvo i cittadini: da quella di non avvicinarsi alle zone dei fiumi, a quella di non restare nei piani bassi delle case, o anche a quella di allontanarsi nel caso di una nuova bomba d’acqua. La situazione è, comunque, in costante allerta.
Ancora per oggi, 4 maggio, in alcune zone dell’Emilia Romagna, l’allerta meteo resta quella massima, rossa, specie nelle città e nelle zone di Bologna, Ravenna, Rimini, Forlì, Cesena e Ferrara.