Maltempo in Emilia, la responsabilità di quanto sta accadendo.

Sul maltempo in Emilia dare la colpa, esclusivamente, ai cambiamenti climatici di sicuro non assolve le responsabilità dell’uomo. 

Maltempo in Emilia
MALTEMPO IN ROMAGNA. Faenza in Via Torretta soccorsi al lavoro – Foto ANSA –

Francesca Giordano, ricercatrice dell’Ispra, cerca di fare luce su quanto sia accaduto e, purtroppo, ancora si teme possa accadere in Emilia Romagna. Stiamo parlando delle alluvioni, degli eventi catastrofici che nei giorni scorsi hanno segnato la Regione.

Incolpare il cambiamento climatico non ci assolve

Il cambiamento climatico che, sicuramente, è una causa importante di questi tragici eventi, meteo, che hanno strappato la vita a 14 persone, non basta a spiegare quanto accaduto e, soprattutto, non assolve gli uomini dalle proprie responsabilità. Fermo restando che anche i cambiamenti climatici sono, purtroppo, imputabili all’uomo ed alle sue azioni.

La ricercatrice, nel suo intervento, chiarisce come questi fenomeni estremi e catastrofici siano una combinazione di eventi. Il clima che muta amplifica le conseguenze dei dissesti e degli scompensi di un territorio, soprattutto quando questo è molto fragile. Non bisogna, però, dimenticare o prendere sotto gamba: le insufficienti opere di manutenzione dei corsi d’acqua o il consumo eccessivo del suolo.

Francesca Giordano
Francesca Giordano ricercatrice Ispra

Francesca Giordano, ricercatrice dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, parlando del maltempo in Emilia, punta il dito sul cambiamento climatico ma anche su quanto si sarebbe potuto fare in materia di prevenzione.

Del resto, eventi di questa portata, sarebbero potuti essere definiti eccezionali mentre, molti addetti ai lavori e ricercatori concordano su questo, oggi possono essere definiti la norma. Fenomeni estremi che, una volta, si sarebbero verificati ogni 70-80 anni oggi sono alla portata del giorno.

Quanto accaduto in Emilia, infatti, lo dimostra. Nel giro di un paio di settimane, sulla regione, si sono abbattute piogge torrenziali con una violenza tale da mettere in ginocchio intere città.

Siccità e alluvioni, quindi, purtroppo, con il clima che cambia sono due facce di una stessa medaglia, spiega ancora la ricercatrice, l’uomo deve rendersi conto che bisognerà affrontarle sempre con più frequenza. Questo, però, naturalmente, non solleva nessuno dalle proprie responsabilità. Molto si potrebbe fare, anzi si dovrebbe fare, in materia di prevenzione.

La prevenzione deve assumere un ruolo fondamentale

Se è vero che sul clima e sugli eventi atmosferici non si può avere il controllo, almeno dovremmo preoccuparci di fare quanto in nostro potere. Per la Giordano, da questo punto di vista, è fondamentale mettere in piedi delle vere e proprie strategie che ci possano portare ad immagazzinare acqua durante le piogge torrenziali per poterla poi utilizzare durante i periodi di siccità estrema.

In Italia, con dati alla mano da parte della ricercatrice dell’Ispra, l’Italia raccoglie una percentuale bassissima di risorse idriche. Occorrerebbe, quindi, investire in invasi che permettano di fronteggiare i periodi di siccità estrema.

Occorrerebbe, poi, fermare il consumo del suolo. Francesca Giordano, infatti, spiega come questo sia fondamentale per l’impermeabilizzazione del terreno, aumentare le casse di espansione per contenere le piene dei fiumi, e rafforzare gli argini dei corsi d’acqua.

Insomma per la ricercatrice, le responsabilità dell’uomo non sono si manifestano nei confronti del mutamento climatico ma anche e, soprattutto, nei confronti di una prevenzione che non c’è. La comunicazione, conclude la ricercatrice, ha un ruolo fondamentale, soprattutto, rivolta alle persone fragili in modo da ridurre la loro esposizione ai rischi.

Tra le vittime del maltempo in Emilia, del resto, se da un lato si registra una persona morta per un malore, una altra bloccata all’interno della sua auto, le altre vittime riguardano persone che tentavano di portare in salvo animali, come nel caso dei conigli giù in cantina, ed altre intrappolate in piani bassi di case.

 

 

 

 

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