La diga della discordia | Una atroce realtà tra tante mezze verità

La piena alluvionale si è abbattuta sui campi e i villaggi limitrofi alla sponda destra del fiume Dnepr. E’ strage ambientale e sanitaria.

Diga

La diga di Kakhovka è ormai irrimediabilmente danneggiata. E’ catastrofe ambientale e sanitaria.

I fatti

La furia delle acque si è ormai abbattuta su tutti i territori circostanti il fiume Dnepr allagando campi, strade e soprattutto villaggi. Tanti. Si è cercato di rendere il più efficienti possibile le operazioni di evacuazione e salvataggio ma, al momento, nessuno può sapere se ci siano morti o dispersi. Sicuramente milioni di tonnellate di raccolto sono a rischio perché, si sa, uno degli scopi principali di una diga è garantire l’approvvigionamento idrico ai campi. Ed ora che la diga non esiste più far arrivare acqua sarà difficilissimo. Si stima che circa 500mila ettari di terreno resteranno a secco.

I dubbi

Secondo un’indagine svolta dalla Cnn però la diga già qualche giorno prima del presunto attacco presentava delle lesioni. Non si sa ovviamente se esse abbiano giocato o meno un ruolo decisivo nel crollo della struttura.

É disastro a 360°

La rottura della diga ha avuto effetti disastrosi sotto vari profili. Al momento della rottura nella sala macchine della diga erano presenti 450 tonnellate di olio motore, 150 delle quali si sono riversate in acqua e stanno viaggiando verso il Mar Nero. L’ondata di piena ha poi provocato la morte di migliaia di pesci. Le case e tutti gli edifici presenti nei villaggi coinvolti sono totalmente sott’acqua.

Diga
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Acqua che in breve tempo, e le recenti alluvioni in Romagna ce lo ricordano, diventerà stagnante e il rischio sanitario sarà notevole. In ultimo, ma forse questo è il problema minore, il crollo della diga impedirà agli Ucraini di sfruttare il fiume per poter lanciare controffensive ai russi. Insomma tatticamente parlando il colpo inferto agli ucraini è durissimo.

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