Se tuo figlio ti chiede aiuto con un sms fai molta attenzione. Potresti, infatti, essere fregato e restare imbrigliato in un incubo dal quale, difficilmente, uscirai.
“Ciao papà!! il mio telefono è rotto.. puoi mandarmi un messaggio via WhatsApp a questo numero…” questo il testo del messaggio che circola in queste ore.
Lo scopo di questi messaggi, del resto, si sa è sempre lo stesso. Una triste realtà con la quale, tutti i giorni e, spesso, più volte al giorno, purtroppo, dobbiamo fare i conti.
Tuo figlio ti chiede aiuto, in realtà è smishing
Rispondere a questo tipo di messaggi, provare a richiamare o, peggio ancora, instaurare un dialogo, pensando di parlare con nostro figlio, può farci cadere in un vero e proprio incubo. Ecco perché devi prestare molta attenzione e non lasciarti sopraffare dalla sorpresa o dalla paura.
Negli ultimi tempi, nonostante la tecnologia avanzata abbia in parecchi modi semplificato la nostra vita, abbiamo dovuto imparare a familiarizzare con tutta una serie di strane espressioni. Il phishing, vishing, smishing termini stranieri incomprensibili, espressioni che non esistevano fino a qualche tempo fa e che, purtroppo, racchiudono dietro delle truffe, dei modi per sottrarci dapprima dati personali sensibili per poi sottrarci soldi. Dall’inglese “phishing” pescare, ossia il modo dei truffatori per agganciarci. Ci sono, poi, le variazioni a seconda se le truffe avvengano via sms (smishing) o a voce (vishing).
Fatta la legge trovato l’inganno si diceva qualche tempo fa, oggi sarebbe più corretto dire fatta la tecnologia trovato il nuovo metodo di truffa. Quello che, però, sta circolando in questi giorni, soprattutto in Italia, è uno dei più subdoli e meschini.
Non farsi prendere dall’ansia
Ricevere, infatti, il messaggio di un figlio in difficoltà è una delle cose più destabilizzanti che potrebbe accadere. Capita che la fretta, la sorpresa, la paura ci facciano abbassare la guardia permettendo al truffatore di raggirarci. La prima regola e, forse, quella più importante, è non spaventarsi e restare lucidi. Se tuo figlio ti scrive dicendo che non ha più il vecchio cellulare, o il vecchio numero, nulla ti impedisce di provare a chiamare il numero usato fino a quel momento.
La prima e sola cosa utile da fare sarebbe quella di ignorare il messaggio. Per fugare ogni dubbio, però, potresti tentare di contattare tuo figlio usando altri metodi, mai usare il numero dal quale hai ricevuto il messaggio.
Questo perché se decidi di rispondere a quel messaggio, assecondando così il truffatore, questi sarà in grado di instaurare una conversazione veritiera riuscendo a farsi rivelare dati sensibili da usare per sottrarci soldi o, addirittura, ci chiederà egli stesso dei soldi sempre come fosse nostro figlio, per pagare bollette o fare fronte a qualche altro imprevisto.
Ricorda che se fai un pagamento su un Iban la banca non restituirà i soldi. Questo perché il pagamento è stato fatto in maniera volontaria. Per recuperare i soldi avresti bisogno che il truffatore venga smascherato ed arrestato sancendo così la truffa. Cosa che sul web, non avviene quasi mai, i cybercriminali sono, innanzitutto, degli esperti tecnici che non si fanno beccare.