Alle spalle ci lasciamo un campionato femminile sempre più competitivo.
Certo, si è ridotto anche il numero delle squadre (adesso 10), ma è una scelta pratica: passando al professionismo si sono raddoppiati i costi per ogni squadra, e non tutti i team sono in grado di supportarli.
Costi e ricavi
Sostenibilità dei costi è la nuova parola chiave: in Italia difatti i ricavi sono ancora insufficienti, rispetto al sistema-calcio: manca un vero e proprio equilibrio economico e finanziario, siamo lontani dall’autosostentamento, le perdite superano spesso i ricavi. Il minor numero di squadre in Serie A ha eliminato quelle che in gergo sono considerate le squadre c.d “cuscinetto”: in quest’ultima competizione, a parte una Roma decisamente troppo forte e superiore alle avversarie, si è visto un torneo più combattuto, con partite in bilico fino all’ultimo secondo.
Questo dovrebbe portare ad un interessamento da parte dei maggiori broadcaster: in estate ci sarà il bando per i diritti tv, anche se gli introiti non saranno mai all’altezza dei campionati europei, come quelli tedeschi e inglesi; ciò non significa che sia la soluzione definitiva, ma sarà comunque un passo in avanti verso la sospirata sostenibilità.
Migliori infrastrutture
Il sistema professionistico lavora da qualche anno per ottimizzare le infrastrutture calcistiche, e ciò grazie all’adozione di linee guida univoche, standard che la Federazione richiede ai team di massima serie per iscriversi al torneo nazionale: tra le altre, si richiedono campi in erba di nuova generazione (quando sintetici) o comunque ben curati (quando naturali) e staff sempre più completi. Si punta, come è evidente, a trasformare la Serie A femminile in un prodotto appetibile per i broadcaster interessati agli eventi sportivi: ciò perchè maggior visibilità significa (ovviamente) più investimenti, maggior crescita per tutto il movimento. Le previsioni e dli sviluppi a medio termine sono davvero interessanti, staremo a vedere.
Sviluppi futuri
Ulteriore occasione di sviluppo per il movimento dovrebbe arrivare dalla prossima Champions League: tre squadre italiane, difatti, parteciperanno alla massima competizione europea; se dovessero qualificarsi, si potrebbe arrivare ad un incremento di denaro, sotto forma di premi, con la possibilità di reinvestimento sul mercato. Basterebbero pochi passi in avanti per aumentare il livello: questa è la vera sfida per il calcio femminile, con la possibilità di riflesso di aumentare il livello di competitività sia per le squadre di club, che per la stessa nazionale italiana. La strada è segnata, vedremo dove porterà questo nuovo cammino.