Morte Andrea Purgatori, il giornalista è stato ucciso?

La morte di Purgatori è un mistero: forse il noto giornalista è l’ennesima vittima della malasanità.

Andrea Pugatori – Photo web source

Si era parlato di una grave malattia, breve, letale, fulminea. Ma la sua scomparsa sarebbe il fatale esito di errori a catena, per una vera e propria spy story medico-legale.

La Procura indaga per omicidio

La Procura di Roma ha avviato le indagini per omicidio colposo, disponendo l’autopsia sul corpo del noto giornalista: un giallo intricato, con diagnosi ed esami clinici discordanti, finiti in un nulla di fatto, con la morte improvvisa di Purgatori. Un vero e proprio calavario per lui e la sua famiglia, che ha portato i congiunti a presentare un’articolata denuncia alla magistratura lo stesso giorno in cui è spirato il presentatore ed autore di “Atlantide”, la trasmissione televisiva sui misteri irrisolti della Storia, in onda su La 7.

E la storia inizia il 24 aprile scorso, quando Purgatori si ricovera in una clinica privata di Roma, la Villa Margherita: non sta ancora male, solo un sensazione di debolezza costante. Seguono esami del sangue, che confermano l’alterazione dei valori: partono gli approfondimenti clinici e il giornalista viene trasferito alla Casa di Cura Pio XI. Qui, secondo la denuncia, il professor Gianfranco Gualdi, responsabile della radiologia, formula la diagnosi: cancro polmonare, con metastasi diffuse, in particolare al cervello.

Situazione disperata

Quadro clinico molto grave, si iniziano le radioterapie: il giornalista inizia i cicli ad alto dosaggio, fino a quel momento sta ancora bene, tanto che i medici si stupiscono delle sue condizioni fisiche in rapporto alla diagnosi effettuata, che corrisponderebbe a quella di un malato terminale. Purgatori il 17 maggio registra addirittura una puntata del suo programma televisivo: dopo poco però la situazione precipita, l’uomo è sempre più affaticato, stordito e confuso dagli effetti delle terapie.

I medici e la struttura confermano però la terapia, secondo l’equipe sanitaria le metastasi sarebbero in regressione: Purgatori però ha un crollo, ormai non è più in grado di attendere alle quotidiane attività, non mangia più e fatica anche a bere; a giugno viene ricoverato nuovamente a Villa Margherita. Lo sottopongono a nuova tac: sorpresa, nessuna metastasi, solo alcuni piccoli grumi di sangue celebrali; i medici sono interdetti, la situazione clinica però sarebbe compatibile con problemi ischemici.

Il Policlinico Umberto I a Roma, dove è deceduto Purgatori – Photo web source

La morte improvvisa

Gli praticano una risonanza magnetica al cervello, esaminata dal neuroradiologo Alessandro Bozzao, professore alla Sapienza: si escludono le metastasi, si prospetta un primo errore diagnostico. Intanto Purgatori rientra a casa, ma sta malissimo, tanto che l’8 luglio un’ambulanza lo porta d’urgenza all’Umberto I: è in condizioni gravissime e i familiari si dispongono a colloquio coi medici. A sorpresa i camici bianchi non annunciano la sua morte ma chiamano un radiologo, che si preoccupa di confermare unicamente la presenza delle famose metastasi “fantasma” al cervello: il medico in questione, secondo la denuncia depositata, sarebbe “uno dei firmatari del referto del giorno 8 maggio, da cui era partita la diagnosi”. 

Ormai però è tardi, Andrea Purgatori muore in ospedale il 19 luglio, senza sapere cosa l’ha ucciso. A parte (forse) la negligenza e la confusione derivante dall’ennesimo caso di malasanità: la parola adesso passa alla Procura.

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