Afghanistan: prima la guerra e poi l’abbandono | Le cose scomode da raccontare

L’Afghanistan sembra davvero un Paese che non riesce a trovare pace. Dilaniato da conflitti secolari e che, ancora oggi, si trova ad affrontare situazioni difficili.

A due anni dal ritorno al potere dei Talebani, dopo almeno venti anni in cui l’occidente avrebbe dovuto cambiare le sorti di questo Paese, i diritti umani sembrerebbero soppressi.

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Questo è quanto preoccupa un occidente, troppo spesso, ipocrita e che sfugge alle sue vere responsabilità come, forse, fa anche in questo caso.

Venti anni di occupazione occidentale in Afghanistan non hanno cambiato nulla

Tutti leggiamo sistematicamente delle condizioni in cui versa l’Afghanistan e sono tante le associazioni, gli organi di informazione che puntano il dito sulle proibitive condizioni di vita alle quali vengono sottoposte le donne.

Nessuno, o in pochi, si chiedono invece cosa si sarebbe potuto fare davvero, cosa avrebbe dovuto fare un occidente, civilizzato e moderno, affinché tali condizioni di vita per esseri umani non fossero più riproposte. Verità scomode delle quali nessuno parla o osa parlare.

Dopo che nel 2001, a seguito dell’attacco alle Torri Gemelle, gli Stati Uniti invasero l’Afghanistan sovvertendo l’allora regime dei Talebani, dopo venti anni non vi è stata nessuna riconquista da parte di questi ultimi ma, bensì, un abbandono da parte di Stati Uniti ed Occidente che ha consentito il ritorno di questo regime.

Eppure fonti al di sopra di ogni sospetto, come appunto il New York Time ed il Washington post, hanno fatto emergere in seguito che l’attacco da parte degli Stati Uniti all’Afghanistan era stato programmato e pianificato già sei mesi prima di quel fatidico 11 settembre.

Anni dopo è stato accertato anche che la dirigenza talebana, all’epoca dei fatti, era completamente all’oscuro dell’attacco alle Torri Gemelle. Incongruenze, queste, ipocrisie, che portano con se una miriade di dubbi.

Un Paese al centro di giochi di potere

Ciò che si può affermare, quasi con certezza, è che l’Afghanistan sia sempre stato al centro di giochi di potere più grandi di lui. Dall’invasione dell’Urss poi scomparsa, alle mire pakistane all’interesse degli Stati Uniti solo per citarne alcune. La stessa storia di Bin Laden è intrecciata a doppio filo con gli Stai Uniti.

Che fin dagli anni 60 la famiglia Bush e la famiglia Bin Laden abbiano affari tra loro è, oramai, storia. Proprio un giovane Osama Bin Laden durante l’invasione sovietica sceglie di combattere, con tutto il suo appoggio anche economico, al fianco dei Mujaheddin a loro volta appoggiati dagli Usa contro l’URSS. Negli anni novanta il “cartello finanziario” tra Bush e Bin Laden si interrompe.

Inizia qui l’ascesa di Bin Laden che con le sue immense disponibilità finanziarie riesce a costituire un movimento fanatico contro gli Usa. Lentamente ai pakistani viene sottratto il potere sull’Afghanistan ed i Talebani iniziano la loro presa del potere.

Gli Usa si ritirano dall'Afghanistan
Gli Usa si ritirano dall’Afghanistan

Dopo che gli sforzi degli Stati Uniti si erano concentrati nei Balcani e sul Kossovo ecco che nel 2001 si invade l’Afghanistan. Questo grazie anche a tutte le coperture politiche, Onu compresa, per la lotta al terrorismo. Da allora l’occidente e gli Stati Uniti sono stati venti anni in questa nazione nella quale avrebbero dovuto esportare la democrazia, avrebbe dovuto insegnare i cardini del vivere civile rendendo insita la modernità nel paese.

Due anni fa, purtroppo, invece, evidentemente senza che nulla di tutto questo sia stato messo in atto gli Stati Uniti hanno letteralmente abbandonato questo popolo. Tutti ricordiamo le scene di quello che è stato un vero e proprio sbaraccamento mentre i Talebani indisturbati entravano nelle città.

Un patto tra Usa e Talebani

Tutto, come sempre, frutto di trattative difficili da capire e delle quali non si avrà mai chiaro tutto lo scenario. Il 28 gennaio del 2019, infatti, Donald Trump, l’allora Presidente degli Stati Uniti, approva un accordo con i leader talebani. Le truppe statunitensi si sarebbero ritirate in cambio di un impegno, basato sulla fiducia e poco altro, assunto dai talebani. Questi, infatti, non avrebbero lasciato che gruppi terroristici proliferassero e si insediassero in territorio Afghano pianificando azioni contro gli Usa.

Più che una riconquista da parte dei Talebani dell’Afghanistan insomma, al di la di prove contrarie, è stato un lasciargli il campo libero. Ciò che aveva mosso gli Stai Uniti ad attaccare e poi a presidiare questo paese per così tanti lunghi anni era stato, evidentemente, superato.

Ora che le condizioni delle donne Afghane, in particolare, e di tutta la popolazione siano precipitate ecco che l’occidente si indigna, si sente offeso e riparte con le sue campagne. Ci fanno sapere di quanto i diritti umani in questo paese siano stati eliminati. Ci mettono al corrente delle condizioni della donna siano inaccettabili (private addirittura dei saloni di bellezza) e di quanto i bambini soffrano in questa situazione.

Cosa e quanto, invece, abbia fatto l’occidente durante gli anni di occupazione di questa nazione resta un vero mistero, una di quelle verità nascoste che nessuno mai, purtroppo, ci racconterà e che non conosceremo mai fino in fondo.

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