Fagioli e i Dieci Piccoli Indiani: una scommessa già persa | Cosa sta succedendo ai giovani

E’ caos totale per la storiaccia del calcio scommesse. Il “dopo Fagioli ” vede Coverciano come il castelletto assediato, con le forze dell’ordine a prelevare Tonali e Zaniolo, portati di peso a conferire con la procura di Torino. 

Si allarga il fronte scommesse illecite: dopo la rivelazioni del “messia del Gossip”, quel “Furbizio” Corona appena rilasciato dalle patrie galere, gli inquirenti entrano a gamba tesa sulla Nazionale del neo c.t. Spalletti.

Ci scommetto la carriera

Nicolò Fagioli è un giovane uomo di 22 anni, astro in ascesa della Juventus e della Nazionale italiana: un ragazzo fortunato, per dirla con una celebre canzone, eppure. Eppure qualcosa non gira per il verso giusto, se entri nel tunnel delle scommesse illegali, con gli allibratori a fiatarti sul collo, e rischi qualcosa in più, oltre agli infortuni sul campo; perchè si sa, certa gente non scherza con i soldi. E allora scommetti duro, metti a rischio il nome, la reputazione, la carriera: a vent’anni ti sembra tutto a portata di mano, e invece.

Fagioli è solo il primo di una lista di nomi, giocatori che avrebbero puntato cifre ingenti, scommettendo sullo sport praticato, per passione e mestiere. Pare che l’endemica fame di soldi, per ripianare i debiti (qualche milione di euro, secondo la procura), abbia portato il centrocampista bianconero a trascinare nel giro anche i colleghi della Nazionale, Tonali e Zaniolo, la cui posizione è attualmente al vaglio degli inquirenti. Si apre un fronte sportivo-penalistico alla “Dieci Piccoli Indiani”, e vedremo chi alla fine della mattanza sarà ancora in piedi.

Tonali e Zaniolo – Photo web source

Il passato che ritorna

Non è la prima volta che il calcio italiano si trova al cospetto dei suoi demoni: basti ricordare lo scandalo scommesse, il famigerato “Totonero” degli anni ’80, con mezza serie A squalificata, radiata, arresti eccellenti e la Celere a portar via calciatori in manette, sotto lampi di flash e microfoni sbattuti sui denti. Poi qualche caso più isolato, come le polemiche che travolsero Gianluigi Buffon, il portierone dell’Italia e della Juve, che dichiarò  “scommettere mi rilassa dallo stress”: adesso Gigi è il capodelegazione degli Azzurri, ironia della sorte, maestro Jedi dei giovani nazionali, tutor di Zaniolo e Tonali (andiamo bene!).

Al di là di una spettacolarizzazione gratuita, con indagini penali come siluri, sparate nell’iperuranio di una medialità ormai incontrollata (le scommesse illecite per il nostro codice penale sono mere contravvenzioni, pena massima l’arresto fino ad un anno, più ammenda), resta il dubbio di una ludopatia strisciante, per gente che ha tutto ed è alla ricerca di un brivido possibile.

Ipocrisia a go-go

Intanto Nicolò Fagioli ha già confessato, l’iter sportivo farà il suo corso, con possibile patteggiamento e squalifica (ridotta) a pencolar sul groppone: per Tonali, Zaniolo e chi si aggiungerà alla lista della procura torinese, si vedrà. Il quadro che emerge è comunque inquietante, con massima ipocrisia ad imperar nell’ambiente (devastato) del calcio italiano: per Gravina, presidente FIGC, la “ludopatia è un problema sociale”, e per questa brillante affermazione gli dovrebbe esser consegnato il premio Nobel per la banalità.

Il presidente della FIGC Gabriele Gravina – Photo web source

Si finge di non vedere la trave nell’occhio del sistema, alla ricerca continua di sponsor per tenere su la baracca-calcio: le varie società di betting e scommesse online fanno gola, in termini economici e finanziari. Colpire il singolo per non educare il sistema, è l’ennesimo fallimento del nostro pianeta Eupalla, figlio di interessi di parte, morto crocifisso sul binario della lealtà sportiva, sputtanato sui media (di cui è emanazione) per l’ennesima volta. E Furbizio Corona ringrazia.

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