Sparatoria a Bruxelles: L’hanno preso! Ecco perché ha ucciso due svedesi. Testimonianza Allucinante

Sparatoria a Bruxelles: morti due ragazzi svedesi. Allerta massima in Belgio e terrore in tutta Europa. Attentatore ucciso ma non era solo. Continua la caccia.

Ecco la testimonianza esclusiva di Enrico che come tutti gli altri spettatori della partita Belgio Svezia è rimasto bloccato nello stadio fino alla mezzanotte.

Bruxelles

Si cercano due complici. Il Consiglio Musulmano belga già ieri sera ha condannato il gesto “far luce il prima possibile. Questi conflitti non ci riguardano”.

Le ultime novità

Le ultimissime novità in ordine di tempo riguardano l’attentatore. Ormai è ufficiale: è morto in ambulanza durante il trasporto in ospedale. Era stato colpito da un proiettile esploso dalla pistola di uno dei tantissimi poliziotti presenti sul posto. Abdelsalem Lassoued, 45 anni, alle 19.15 di ieri pomeriggio aveva deliberatamente ucciso al grido di Allah u Akbar due tifosi svedesi giunti a Bruxelles per assistere alla partita di calcio Belgio/Svezia che si è deciso prima di sospendere e poi di annullare definitivamente per, citando la UEFA, “motivi di sicurezza“.

Sparatoria Bruxelles
L’attentatore in azione

La testimonianza

Siamo in grado di proporvi la testimonianza di Enrico, un ragazzo italiano a Bruxelles per lavoro, che ieri era tra gli spettatori rimasti bloccati allo stadio. Ricordiamo che la partita è stata prima sospesa poiché i giocatori svedesi si sono rifiutati di tornare in campo dopo l’intervallo e poi definitivamente annullata per motivi di sicurezza.

“Sono arrivato in città proprio nel momento esatto dell’attentato. In quei momenti, sembra strano, ma tutto sembrava tranquillo. Tanto è vero che in assoluta tranquillità ho potuto raggiungere la mia stanza d’hotel ed altrettanto in tranquillità sono riuscito ad uscire per raggiungere lo stadio. La sola cosa che in quei momenti mi sembrava strana era che sia in strada che in metropolitana ci fossero pochissime persone. Altra cosa strana erano i messaggi che, durante il primo tempo della partita, un mio amico mi inviava incessantemente. Alludeva ad un attentato ma, ripeto, in quel momento ancora non avevo consapevolezza di quanto fosse accaduto. 

Tifosi svedesi che hanno appena saputo dell’attentato. Foto Web Source

Finito il primo tempo ho finalmente avuto modo di controllare le news sul cellulare, e come me chiunque era allo stadio in quel momento. Non solo ho letto che c’era stato questo attentato ma ho anche letto che l’attentatore si stava dirigendo verso lo stadio perché il suo intento era uccidere tutti gli svedesi. Devo essere onesto: né io né le altre persone presenti allo stadio ci siamo sentiti in pericolo perché vedevamo che le misure di sicurezza erano adeguate alla situazione.

Sicuramente eravamo tutti sconvolti e tristi per i morti e sicuramente è stato strano essere trattenuti più del dovuto all’interno dello stadio. Quello che mi ha colpito molto è stato il fatto che nonostante fossero passate poche ore dall’attentato, la situazione in strada e in città era totalmente tranquilla. Per tornare in hotel sono passato proprio nel punto esatto dove sono stati esplosi i colpi di kalashnikov e sembrava tutto normale. Come non fosse accaduto nulla.” 

Perché l’attentatore si è accanito sugli svedesi

Posto che, visto che è morto, non sapremo mai cosa abbia realmente spinto Abdelsalem Lassoued ad armarsi e ad uccidere, una causa scatenante potrebbe essere legata ad una Sentenza della Corte Suprema svedese.

Sparatoria Bruxelles
Photo web source

Tale sentenza, emanata lo scorso aprile, ha annullato il divieto di bruciare copie del Corano. Il divieto era stato imposto dalla polizia, evidentemente per ragioni di ordine pubblico. Ovviamente la decisione ha scatenato durissime proteste da parte della comunità islamica locale anche perché da dopo la sentenza molti sono stati i casi di Corano bruciati davanti alle Moschee. Insomma un clima di tensione che è andato crescendo sempre più nel corso dei mesi e che è stato, probabilmente, la causa scatenante dell’attentato di ieri.

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