A 48 ore dalla strage l’incubo è finito. Restano però il dolore per le 18 vittime e le decine di feriti e tante domande senza risposta.
Robert Card è stato ritrovato a pochi chilometri da Lewiston dove lo scorso mercoledì ha fatto fuoco sulla folla uccidendo 18 persone.
Incubo finito
E’ stato ritrovato morto Robert Card autore dell’ennesima strage di innocenti made in USA. Il cadavere è stato ritrovato in una zona boscosa nei pressi del fiume Androscoggin a pochi chilometri da Lewiston dove Card ha fatto strage e da Lisbon la città in cui aveva abbandonato la propria auto. A confermare la notizia il Governatore del Maine, Janet Mills che ha dichiarato di aver anche informato il Presidente Biden.
La polizia locale ha riferito di aver trovato il cadavere alle 19.45 e che, ad una prima analisi sul corpo, pare che Card si sia suicidato sparandosi alla testa. Sia i parenti delle vittime che quelli del killer, definiti dalle forze dell’ordine “molto cooperativi”, sono stati immediatamente informati.
Tante domande
Considerato il fatto che Robert Card di professione addestrava soldati il suicidio era, probabilmente, il solo modo in cui questa storia sarebbe potuta finire. Troppo esperto lui e troppo vasta e fitta di boschi l’area nella quale aveva deciso di nascondersi. E se la sua morte da un lato è un fatto “positivo” (ammesso che una tragedia di tale portata possa avere dei lati positivi) poiché sancisce la fine del lockdown per i cittadini di Lewiston e Lisbon, dall’altro ponendo fine alla sua vita Card si è portato nella tomba le risposte alle tante domande che avvolgono questa vicenda.
Per prima cosa ci si chiede come sia possibile che una persona uscita da poco da una struttura psichiatrica sia stata lasciata sola e quindi facilmente in grado di procurarsi armi e di andare a far strage. Ricordiamo che lui fu ricoverato perché asseriva di sentire le voci e perché aveva minacciato di sparare all’interno della base militare nella quale lavorava. Altra cosa che andrebbe appurata è se i social abbiano potuto in qualche modo supportare i suoi deliri.
I media americani, infatti, hanno pubblicato degli screen dei messaggi che Card pubblicava su X (il fu Twitter) in cui emerge quanto egli fosse ossessionato dalle sparatorie di massa. Lo dimostra il fatto che ogni volta che uno dei personaggi che lui maggiormente seguiva (tra cui Donald Trump) pubblicava un tweet a commento dell’ennesima sparatoria Card interagiva molto con commenti e like.
Non sapremo mai cosa lo abbia spinto ad uccidere ma, certamente, avvisaglie che qualcosa di grave avrebbe combinato c’erano tutte. Peccato che nessuno se ne sia accorto in tempo.