Totonno è morto | Il mondo del calcio piange Juliano

Si è spento dopo una breve malattia l’ex capitano del Napoli Antonio “Totonno” Juliano. Avrebbe compiuto 81 anni il 26 dicembre.

Dall’esordio nel 1963 agli anni di Maradona. Un amore sconfinato per Napoli e per il Napoli.

Figlio del Vesuvio

Si è spento questa mattina ad 80 anni dopo una breve malattia Antonio “Totonno” Juliano, una delle bandiere storiche del Napoli calcio. Amatissimo dai tifosi ed egli stesso innamorato pazzo della città e della squadra, della quale fu capitano.

Nato a San Giovanni a Teduccio (quartiere periferico di Napoli) esordì con la prima squadra del Napoli nel 1963. Chi lo ha conosciuto in campo e chi ne ha scritto lo ricorda come un uomo tenace, che sentiva addosso la responsabilità di essere un napoletano che gioca nel Napoli e che quindi ci teneva tantissimo a fare e far fare bella figura. E per questo si è guadagnato la fascia da Capitano perché riusciva a sostenere ed incoraggiare l’intero spogliatoio.

Ruolo e palmares

Juliano era un centrocampista. A tal proposito ci piace citare il mitico Gianni Brera che di lui disse: “Juliano, al quale i devoti gregari portano palla con assoluta diligenza. Il Capitano Azzurro fornisce, anche se a flebile ritmo, prestazioni stupende“.

Sempre di Juliano un altro indimenticabile, nonché suo compagno di squadra, Dino Zoff disse: “Uno che mi piaceva moltissimo era Antonio Juliano, Totonno. Un tipo tosto, persona autentica, con un temperamento da condottiero. Giocava un calcio concreto, senza concedere spazio alla teatralità. Un “napoletano atipico”, lo hanno definito, perché era il contrario dello stereotipo partenopeo.»

I numeri

Nel suo piccolo ha collezionato parecchi record. Innanzitutto è stato il primo napoletano di nascita ad essere convocato in nazionale. Altro record sono le sue presenze in maglia azzurra (azzurro Napoli, si intende): ben 505. Più di lui soltanto Bruscolotti con 511 presenze e Marek Hamsik con 520. Messi gli scarpini al chiodo gli fu affidato un ruolo dirigenziale nel Napoli e sotto la sua dirigenza arrivò all’ombra del Vesuvio l’indimenticato ed indimenticabile Diego Armando Maradona.

Antonio JulIano durante una partita. Foto Web Source

Napoletano atipico

Fu definito da molti commentatori e molti addetti ai lavori come napoletano atipico. Questo perché era rigorosissimo sul lavoro, era amichevole e di supporto a tutti i suoi compagni ma pretendeva il massimo impegno da tutti. Lavorava duro e senza stancarsi mai. Tutto ciò sicuramente per sua propria forma mentis ma anche perché lui il posto d’onore nel calcio che conta se lo era sudato.

Iniziò infatti a giocare a calcio per strada insieme agli altri bambini del quartiere. Poi i primi calci ad un vero pallone con indosso una vera divisa grazie al suo ingresso nella Fiamma Sangiovannese (la squadra di quartiere). Ma già a 14 anni fu blindato dal Napoli grazie all’intervento provvidenziale di un accorto talent scout.

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