Il maestro Gabriele un esempio da seguire? I suoi “voti” rivoluzionano il sistema scolastico

La scuola non deve essere soltanto un insieme di nozioni da conoscere e imparare, ma anche un mondo dove si insegna a vivere.

E questo è quello che sta cercando di fare un maestro di una scuola elementare siciliana. Ecco cosa ha fatto “di speciale”.

Il maestro Gabriele e i suoi giudizi motivazionali | Accade in una scuola di Palermo
I giudizi motivazionali del maestro Gabriele – photo web source

La sua è una classe di prima elementare. È possibile sostituire i voti ai compiti e agli esercizi dei bambini?

Giudizi…differenti!

Un maestro e i suoi piccoli allievi. Siamo a Palermo, nella scuola elementare “Rita Borsellino”: lui si chiama Gabriele Camelo ed è il maestro di una classe prima elementare. E fin qui niente di particolare, se non fosse che Gabriele è un maestro speciale. Ha deciso di cambiare qualcosa nell’ambito delle valutazioni che dà ai suoi piccoli allievi.

Non più i classici e tradizionali giudizi, ma dei veri e propri feedback motivazionali che aiutino i piccoli a crescere e ad apprendere in modo costruttivo. Gabriele insegna italiano ed inglese nella sua prima elementare e, sul suo profilo social, ha pubblicato le foto di alcuni di questi “giudizi differenti”.

Il maestro e i suoi feedback ai bambini

Veri e propri incoraggiamenti per i bambini (“Ti voglio bene”, “Sono fiero di te”, “Posso aiutarti a impegnarti di più?”), messaggi motivazionali, segnati periodicamente con la penna rossa sui quaderni dei bambini.

Il maestro Gabriele e i suoi giudizi motivazionali | Accade in una scuola di Palermo
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È da dire che, dal 2020, per la scuola primaria non esiste più la valutazione numerica e ci sono solo giudizi verbali scritti, dove “l’insegnante, inserendo un numero da 0 a 5, elabora giudizi in forma testuale. Si tratta in sostanza di frasi preimpostate e personalizzabili. Questo sistema è poco efficiente perché crea valutazioni preimpostate tramite un sistema automatico” – spiega Gabriele in un’intervista a Sky Tg24.

“Ogni maestro instaura un legame intimo con i propri alunni […] Un bambino non progredisce didatticamente se non c’è un legame, una carezza, un abbraccio, un “ti voglio bene”, un “mi prendo cura di te”, una serenità di fondo” – continua nell’intervista.

E alla canonica domanda circa la reazione dei bambini ai suoi “nuovi tipi di giudizio”, la risposta è stata: “È bello vedere le loro facce e, in alcuni, la voglia di leggere ciò che ho scritto. Altre volte glieli leggo io. In generale, c’è una reazione positiva e di entusiasmo” – ha concluso.

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