Uno studio statunitense ha messo in correlazione una particolare malattia agli occhi con l’Alzheimer. Questi sono i risultati.
Col passare del tempo gli studiosi si stanno facendo un’idea sempre più precisa della malattia di Alzheimer. Individuarne presto i sintomi può essere importante.
Il morbo che mangia i ricordi
E’ una malattia insidiosa e che va a colpire l’unica vera ricchezza che ogni uomo ha: la memoria. I pensieri e i ricordi volano via, col tempo il morbo si porta via anche la parola e la capacità di essere padroni del proprio corpo.
Perché, si sa, il capo del nostro corpo è il cervello e se il cervello smette di funzionare al meglio inevitabilmente lo segue a ruota tutto il resto del corpo. Come nasca, perché colpisca determinate persone rispetto ad altre e perché in alcune persone evolve velocemente ed in altre no resta un mistero.
Ma più passano gli anni più i ricercatori riescono a raccogliere informazioni e a creare collegamenti tra alcune malattie e la malattia di Alzheimer. In particolar modo recentemente è stata scoperta una correlazione tra Alzheimer ed una particolare patologia che colpisce gli occhi.
Occhi che parlano
Sulla rivista scientifica “The Lancet Neurology” è stato pubblicato pochi giorni fa uno studio che ha visto impegnati vari ricercatori californiani. Essi hanno messo in correlazione la PCA, ovvero l’Atrofia Corticale Posteriore, con l’Alzheimer.
La PCA, o Sindrome di Benson, è una patologia che colpisce la parte del cervello deputata alla vista. Atrofizzandosi quella parte, di conseguenza, si assiste ad un progressivo calo della vista. Da tempo è considerata una forma atipica di Alzheimer.
E’ atipica perché colpisce persone più giovani rispetto alla media delle persone colpite da Alzheimer (siamo intorno ai 50 anni) e perché i primi sintomi sono legati alla vista. Ma è comunque assimilabile all’Alzheimer perché anche in questo caso ci sono le stesse anomalie neuropatologiche.
Ebbene con questo studio si è notato che la quasi totalità dei pazienti con Alzheimer oggetto di indagine (ben il 94%) prima di giungere al morbo si è ammalato di Sindrome di Benson.
E dunque individuare in tempo la Benson può essere fondamentale per la diagnosi e il trattamento di Alzheimer. Il problema nasce proprio qui: la PCA viene scoperta e diagnosticata non meno di 4 anni dopo la sua comparsa. E questo perché, inizialmente, chi ne è affetto crede di avere dei problemi alla vista e quindi non fa accertamenti neurologici.
Accertamenti che inevitabilmente si faranno dopo anni perché e in media dopo 4 anni dalla comparsa della PCA che essa inizia a provocare altri effetti indesiderati. Nella maggior parte dei casi dopo 4 anni si iniziano ad avere difficoltà nel linguaggio.
Ad oggi, come per Alzheimer, non esiste cura per la PCA. Si può solo attenuarne i sintomi.
Lo studio è leggibile QUI