Napoli, proteste in via Toledo fra le forze dell’ordine e i manifestanti Pro Palestina

Diverse sono le proteste che ne sono scaturite, ieri e non solo, a Napoli (come anche in altre città ed atenei d’Italia) fra manifestanti e forze dell’ordine.

La città partenopea, ieri, è stata teatro di scontri fra manifestanti anti Nato e pro Palestina e la Polizia.

Napoli, proteste in via Toledo fra le forze dell’ordine e i manifestanti Pro Palestina
photo: ansa

Scontri che hanno portato scompiglio nella centrale via Toledo. Cerchiamo di capire cosa è successo.

Napoli in protesta

Una protesta che ha invaso la centralissima via Toledo a Napoli, teatro di scontri fra manifestanti Pro Palestina e forze dell’ordine. Proteste che si sono portate avanti fino all’esterno del Teatro San Carlo, dove stava per svolgersi il concerto per la ricorrenza dei 75 anni dell’Alleanza Atlantica. Un cordone di sicurezza che era stato messo a protezione del Teatro e che alcuni manifestanti in corteo hanno provato a sfondare.

La Polizia, nel respingerli, ha provato a mantenere il corteo. Alla fine, i giovani anti Nato e pro Palestina hanno denunciato che sarebbero stati 8 i manifestanti colpiti, tre dei quali feriti a volto e testa, come racconta l’Ansa.

Come dicevamo, la situazione è incandescente non solo a Napoli ma un po’ in tutta Italia. Dall’università di Torino, poi alla Normale di Pisa, e poi ancora a Firenze. Napoli è stata soltanto l’ultima città in protesta. Ma perché le università sono ancora in protesta? Il tutto parte da un fronte caldo: si richiede, infatti, il blocco del bando di cooperazione scientifica con Israele del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

Napoli, proteste in via Toledo fra le forze dell’ordine e i manifestanti Pro Palestina
photo: ansa

Scontri fuori al teatro San Carlo

Non sono mancate le repliche da parte, proprio, dei rappresentanti della comunità israeliana, in primis, Noemi di Segni, presidente dell’Ucei: “Il boicottaggio delle università israeliane è la cosa più assurda che abbiamo sentito pretendere, che non favorisce dialogo, pace, sapere e approfondimento, che sia verso le università israeliane, i singoli docenti, o anche soggetti di religione ebraica” – ha dichiarato all’Ansa.

La protesta di oggi non è simbolica: non andremo via da qui fino a quando non soltanto il rettore non ci avrà ricevuti ma fino a quando gli accordi che riguardano la Federico II e le ambasciate italiane a Tel Aviv, gli atenei israeliani e le autorità sioniste non saranno rescissi del tutto” – afferma, invece, la Rete Studentesca per la Palestina di Napoli.

Una situazione incandescente che non accenna, di certo, a terminare.

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